lunedì, Dicembre 23, 2024

Il Sasso: le ipotesi etimologiche, i padroni e le presenze umane dalla preistoria

Molto d’attualità in questi giorni per le più che benemerite iniziative gastro – culturali che in particolare lo contraddistinguono con “Cib’Arte” che si svolge dentro il gran bel castello dei marchesi Patrizi, il Sasso però affonda le sue remote radici nella preistoria come testimoniato i ritrovamenti effettuati e che, soprattutto, riferendosi al medioevo l’abitato del luogo non era lì dove si trova attualmente, ma a circa due chilometri da esso nella valletta fra i due “Sassoni” dette anche le “Dolomiti Laziali”. Siamo nell’area che il Nicolai chiamò “il Frascati della Maremma”. Andando sempre nel concreto, come piace fare allo storico scrivente, due sono le ipotesi sulla provenienza del nome Sasso (la frazione più alta di Cerveteri), la prima è quella che esso viene dalla rupe che immane alle spalle dell’abitato detta anche “Scoglio di S. Antonio”, l’altra invece attribuisce l’intestazione a “Saxo”(in latino) che significa Sassone, questo perché sembra che dei Sassoni vennero ad abitare in loco nel medioevo. Il suddetto “Scoglio” mostra ancora delle evidenze murarie risalenti al XII secolo dopo Cristo. Andando a ritroso nel tempo c’è da dire che la zona comprendente il Sasso e l’attiguo Monte Santo ospitò pure un grande villaggio dell’età del bronzo finale e della prima età del ferro (XII-VIII secolo a.C.) del quale si rilevarono all’intorno le sepolture; durante queste ricerche, tra le tombe della prima età del ferro di Monte Sughereto ( alberi da sughero in loco docet), fu rinvenuta una barca interrata, non contenente ossa all’interno, da interpretare, forse, come cenotafio di un uomo scomparso in mare (nessuna meraviglia se chi scrive ha fotografato a Monte li Pozzi a 150 mt. di altezza uno scoglio con i fossili dei tubolari marini). Per quanto concerne il possesso della zona del Sasso attuale i primi documenti che la riguardano iniziano dal 1130 e da questo punto in poi sono storicamente segnalati tutta una serie di passaggi di proprietà che interessarono: Rainone della Tolfa, Riccardo di Galeria, Bonaventura Venturini ed i Prefetti di Vico. Dopo varie vicende “la tenuta noncupata del Sasso”,venne venduta nel 1552 al nobile Giovanni Patrizi e successivamente nel 1665 la stessa fu eretta a marchesato insieme a Castel Giuliano (precedentemente acquistato dal Patrizi) da Alessandro VII e tuttora appartiene alla nobile Famiglia Patrizi che è quella che si è sempre dedicata al luogo con una vera sentita dedizione ed impegno; fra l’altro furono gli stessi Patrizi a far costruire il gran bel palazzo del Sasso. Venendo ai rilevantissimi rinvenimenti archeologici scrive l’Enciclopedia Treccani: “Nella zona sono state trovate un’industria litica del Paleolitico Superiore e del Neolitico, la Grotta Patrizi, con sepolture di età eneolitica, una necropoli del 7° secolo a.C. con tombe a inumazione entro fosse coperte da massi di pietra. Il corredo funerario del sepolcreto ha dato oggetti di bronzo, ornamenti di ambra e una lente piano-convessa di quarzo, rinvenuta sopra l’addome di un inumato”. E poi che dire del rinvenimento di un uomo sottoposto a trapanazione del cranio (gli esperti dicono che sopravvisse) con indosso dei residui di stoffa cosparsa di cinabro come colorante. In proposito citasi il Dipartimento di Scienze Archeologiche dell’Università di Pisa “La ricchezza del corredo e le caratteristiche dello scheletro fanno pensare che l’individuo potesse essere un personaggio eminente, forse uno stregone”.

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