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sabato, Luglio 27, 2024

La “Madonnella” di re Umberto

Il 16 luglio 1905 sulla strada comunale per Tolfa, distante dalla città, è stata inaugurata una chiesuola, costruita con l’obolo dei fedeli, in memoria di re Umberto (Il Messaggero 18 luglio 1905). Sulla cappella è posta questa lapide: “In memoria ed espiazione del re d’Italia Umberto I. Ucciso crudelmente a Monza XXIX luglio MCM”. L’anno dopo, il ricreatorio “Alessandro Cialdi” organizza un pellegrinaggio alla piccola chiesa di campagna, dove è celebrato un servizio religioso in memoria del re assassinato dall’anarchico Gaetano Bresci. Intervennero le autorità municipali e tanta folla. Invece, i ragazzi dell’altro ricreatorio cittadino, dedicato allo scomparso sovrano, si recarono a Roma per partecipare alle onoranze nazionali (Il Messaggero del 31 luglio 1906). Il 29 luglio 1907, nella chiesetta espiatoria sulla strada per Tolfa, dedicata alla memoria del re Umberto I, fu celebrato un servizio religioso in suffragio del compianto sovrano. Intervennero le autorità civili e militari. Gli uffici pubblici e privati, le navi in porto innalzavano la bandiera a mezz’asta. I Civitavecchiesi rimasero molto colpiti quando appresero del regicidio di Monza del 29 luglio 1900. Nell’aprile del 1899 avevano festeggiato i reali giunti in città per imbarcarsi per la Sardegna. Nei giorni successivi al delitto, un’imponente dimostrazione, a cui prese parte moltissimo popolo, si recò silenziosa e raccolta davanti alla sottoprefettura ospitata nella Rocca al porto, presentando le condoglianze della cittadinanza, poi alla sede dell’ispettorato delle torpediniere, al comando del 51° Reggimento fanteria al Forte Michelangelo, e da ultimo davanti al municipio, dove, da una finestra, il sindaco Giacomini parlò al pubblico, lodando i vari sodalizi per la grandiosa manifestazione. Il 9 agosto, alle ore 4,52 del mattino, giungeva in stazione il treno funebre che trasportava a Roma la salma del sovrano. Si trovavano alla stazione le rappresentanze del governo, del municipio, dell’esercito e dell’armata. Rendeva gli onori militari una compagnia di fanteria di marina. Numerosa cittadinanza silenziosa e profondamente commossa salutò la salma dell’augusto defunto. Il treno ripartì per Roma alle ore 5,30. Il 21 agosto in Cattedrale fu celebrata un solenne messa: il tempio parato a lutto, era gremito di signore, di signorine e di un pubblico distintissimo. Notate in un palchetto, le famiglie del marchese Guglielmi e del principe Odescalchi. Sulla porta della chiesa si leggeva una bellissima epigrafe di circostanza. A tutti fu distribuita, in elegante cartoncino, la preghiera della regina Margherita. L’evento più intenso e commovente ci fu il 29 agosto, ad un mese dalla morte del re. La mattina, alle 4 e mezzo, alcune popolane, che presto divennero un buon numero, nel massimo ordine si recarono in piazza Vittorio Emanuele e si radunarono davanti al monumento del Padre della Patria e di Umberto. Vi deposero una bellissima corona in porcellana con nastro bianco, quale affettuoso omaggio di venerazione alla memoria di re Umberto, nella ricorrenza del trigesimo della sua morte. Iniziarono indi a recitare la preghiera della regina; ma, intervenuta la forza pubblica, impedì loro che si continuasse. Le buone donne allora, senza punto scomporsi, si allontanarono silenziose, avviandosi nella vicina chiesa di San Francesco, ove ognuna di esse poté sommessamente innalzare al cielo la bella e commovente orazione dell’augusta sovrana e vedova (Il Messaggero 31 agosto 1900).

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