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martedì, Agosto 6, 2024

Forte rimbalzo per la borsa di Tokyo pari al +10%. Occhi puntati sugli Usa

La ripresa dopo il tonfo definito come “storico” di ieri: l’indice Nikkei è tornato a salire fino al 10,7%, un dato che conforta e arriva il giorno dopo il crollo della Borsa di Tokyo che ha toccato il record negativo del 12,4%. L’indice è salito di 3.360,39 a 34.818,81 circa un’ora dopo l’inizio delle negoziazioni riportando il Nikkei vicino al livello di un anno fa. Il più grande guadagno percentuale di sempre del Nikkei è stato del 14,2% nell’ottobre 2008. Un recupero nel finale che non è bastato a salvare la giornata per la Borsa di Milano e gli altri listini europei. La risalita a sorpresa dell’indice dei servizi americani le ha allontanate dai minimi di giornata, ma le chiusure sono state comunque in profondo rosso: Milano a -2,37%, peggiore in Europa; perdono tra il punto e mezzo e i due punti percentuali le altre piazze principali. Cali comunque più contenuti del -12,40% della Borsa di Tokyo che che ha vissuto la peggiore seduta della sua storia Una tendenza negativa che ha contagiato anche Wall Street e, soprattutto, il Nasdaq, l’indice dei titoli tecnologici: sono i titoli dell’high tech a pagare il prezzo più alto, quelli che nei mesi scorsi hanno corso tantissimo, bruciando un record di capitalizzazione dopo l’altro, e che attualmente pagano l’incertezza ma anche forti prese di beneficio – chi li aveva comprati e ha visto salire molto il prezzo ora li vende e incassa la differenza. New York era rimasta in rosso ma tutti e tre gli indici della serata hanno ridotto le perdite a meno del 3%. Il Dow Jones è a -2,37% a 38.794,37 punti, il Nasdaq è risalito a-2,59% a 16.342,09 punti, mentre lo S&P 500 è a -2,42% a 5216,96 punti. ncombe l’ipotesi di una recessione Usa, che a catena rischia di contagiare l’Europa, moltiplicando i dubbi sulla tempistica fin qui scelta dalla Fed. Ma le novità di giornata sono anche le ipotesi – inedite – su un intervento straordinario da parte di Jerome Powell. O almeno è quello di cui sono convinti gli analisti per i quali, se “si verificassero fattori esogeni come la guerra o un forte rallentamento dovuto ad una disoccupazione fuori controllo ci saranno interventi come il QE come in passato”, mentre altri non escludono “che un prolungato periodo di instabilità sui mercati azionari possa spingere la Fed anche a convocare il Fomc (la commissione operativa) in un meeting straordinario per ridurre di 25 punti base i tassi”.

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