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giovedì, Agosto 15, 2024

L’agonia del Melfa, un gioiello in pericolo

La moria di trote. I germani reali che cercano rifugio nell’unico zampillo d’acqua, quello dello scarico di un depuratore. I segni di un ecosistema in sofferenza. Il grido d’allarme che arriva dal capezzale del fiume Melfa. Un gioiello che attraversava la val di Comino per 40 chilometri – in provincia di Frosinone, per arrivare a Roccasecca, e defluire nel Fiume Liri. Oggi più della metà del suo corso è ridotto a una pietraia. Eppure alcuni tratti del Melfa – le Gole – sono anche riconosciute come sito di interesse comunitario per il loro valore naturalistico, ma oggi sono tante le specie animali a rischio. La storia di un piccolo fiume emblema della crisi che attraversa il sistema idrico anche nel Lazio. Alla vigilia del Ferragosto 2024, che secondo il report dell’Anbi sarà il primo “No Water Day”, il primo giorno senza acqua per l’agricoltura, in ampie zone d’Italia, con il Centro Sud assediato da una siccità ormai consolidata. Incidono le alte temperature, i fenomeni climatici sempre più estremi. Ma a pesare per il fiume Melfa sono anche i prelievi a monte, in particolare per alimentare una centrale idroelettrica. I sindaci del territorio chiedono da tempo una revisione delle concessioni per far rinascere una risorsa che potrebbe fare anche da volano al turismo della zona.

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