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venerdì, Agosto 23, 2024

Ius Scholae, Tajani: “Essere italiano non è legato a sette generazioni”. Lega: si rischia di minare la stabilità del governo

“L’insistenza di Forza Italia rischia di minare la stabilità dell’esecutivo”. Il capogruppo della Lega al Senato, Massimiliano Romeo, interviene sul tema dello Ius Scholae (la proposta di legge) dopo le aperture di Tajani e Piantedosi e il muro di Salvini. Per il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Tommaso Foti, “nel programma di governo non c’è questo argomento e non c’è neanche nei singoli programmi dei partiti”. Dunque “è legittimo discutere di questioni esterne al programma” ma “c’è il fondato dubbio che questo sia un argomento speculare dell’opposizione per creare confusione nella maggioranza”. “Sullo Ius Soli è bene ricordare come lo stesso Riccardi, allora ministro del governo Monti, ha svelato come tale argomento sia stato accuratamente evitato dalla sinistra al governo perché secondo alcuni esponenti del Pd avrebbe fatto perdere voti – ha osservato Foti -. Nelle due legislature precedenti lo Ius Culturae venne approvato alla Camera nel 2015 e poi nel 2017 venne affossato in Senato. Nella passata legislatura, invece, iniziò la discussione sullo Ius Scholae alla Camera che si arenò con la rottura frontale della maggioranza che sosteneva il governo Draghi”. “La declinazione dello Ius Scholae del Pd vede tre proposte una diversa dall’altra, di cui non è mai stata richiesta calendarizzazione – ha concluso il capogruppo FdI alla Camera -. Non c’è un terreno chiaro su come l’opposizione voglia affrontare il tema”. Nella maggioranza, se da un lato FdI ha allontanato il dibattito sull’argomento escludendolo dal programma di governo e la Lega ha ribadito il suo “no”, il ministro degli Esteri Antonio Tajani invece ha promosso lo Ius Scholae, a differenza dello Ius soli. In questo caso lo status di cittadino italiano potrebbe essere riconosciuto ai minori stranieri che faranno “un percorso di studi completo”, è la traccia di una proposta di legge su cui FI si confronterà a settembre. Ha tirato il freno a mano sul tema Salvini: “Non è una priorità, non è nell’agenda di governo”, ha ribadito.
Categorico, il vicepremier l’ha archiviata a “un’idea legittima di FI e tale rimarrà”, perché “una legge che funziona non si cambia”. E infine ha escluso che FI voti con il Pd e con i 5 Stelle su temi legati all’immigrazione. Resta quindi alta la tensione su una legge tornata d’attualità dopo le performance olimpioniche delle atlete italiane di seconda generazione, e che anni fa si arenò al Senato nel tentativo di modificarla verso un cosiddetto “Ius Temperato”. Quella era una variante al principio classico dello Ius soli, per cui la cittadinanza passa dal luogo in cui si nasce. Un traguardo che tenta ancora il Pd, almeno la vecchia guardia. Ma da cui si è smarcato nettamente il M5s di Giuseppe Conte.

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