Il golpe di agosto a Pomezia non si è consumato: protagonista (criticato e acclamato) della mancata sfiducia al sindaco Veronica Felici il consigliere Giacomo Castro.
“Se i quattro consiglieri di maggioranza sono realmente determinati a sfiduciare la Sindaca, e sono in buona fede che ci vuole, presentiamo una Mozione di sfiducia, vengono in Consiglio e dicono apertamente le (vere) motivazioni per le quali sono delusi… così magari prima ci aiutano a far revocare l’acquisto del Rudere, o la realizzazione della Rotatoria di Selva Piana, o ancora…la revoca del PUA”. A parlare è Giacomo Castro, il consigliere comunale di opposizione di Valore Civico a Pomezia che non ha accettato di firmare dal notaio la sfiducia alla sindaca Veronica Felici, che ora avrebbe intenzione di azzerare la giunta e provare a ritrovare l’accordo politico. Castro è ora al centro delle polemiche social da parte dei colleghi di opposizione – verso i quali lo stesso Castro non ha avuto parole tenere – e di altri cittadini. Nel tardo pomeriggio di giovedì 29 agosto, 4 consiglieri comunali della maggioranza di centrodestra (Michele Conte ed Elisa Arzente di Fratelli d’Italia, Giuseppe De Luca e Jessica Valle della Lega) si sono presentati da un notaio per sottoscrivere la loro volontà di dimettersi (dimissioni che ricordiamo non sono ancora efficaci, fino a quando non verranno depositate al Protocollo generale del Comune). Firme a cui sono seguite quelle dei consiglieri comunali del Partito Democratico e (il giorno dopo) quelle dei consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle. “Non mi aspetto nulla da chi ha messo a pagamento i Parcheggi di tutta Torvajanica, così come da chi stava per piazzare una isola ecologica a 50 metri dalle case di Roma 2 e che con le nostre diffide siamo riusciti finora a bloccare”, ha scritto Castro rispondendo a un post dell’opposizione, riferendosi all’amministrazione Felici. “Il luogo per questo confronto è il Consiglio comunale davanti ai cittadini, il notaio serve per altro”.