lunedì, Novembre 25, 2024

Zelensky a Cernobbio: “L’Italia fa di tutto per la pace e ci aiuterà anche nella ricostruzione”

L’Ucraina chiede altre armi per la guerra con la Russia, ma la richiesta non è indirizzata all’Italia. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky archivia una giornata tra la base tedesca di Ramstein, dove incontra i partner occidentali, e il Forum di Cernobbio, dove interviene nel pomeriggio e dove oggi incontrerà la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Kiev, dice più volte, deve avere la possibilità di colpire in profondità il territorio della Russia. C’è bisogno quindi dell’ok degli alleati, che devono autorizzare l’uso delle armi al di là del confine. L’Ucraina si avvantaggerebbe delle eventuali revoche sulle restrizioni sull’utilizzo delle armi per colpire in territorio russo “solo i campi militari, non abbiamo altre idee sull’utilizzo di queste armi”, dice Zelensky, sottolineando che le forze di Kiev “non hanno mai attaccato infrastrutture civili”. “Quando si parla del fatto che l’Italia o altri, non ha importanza, abbiano paura del fatto che potremmo attaccare il Cremlino”, bisogna ricordare che “le armi a lungo raggio non possono raggiungere le distanze che vorremmo. La questione è veramente seria e grave: ogni mese 4mila bombe colpiscono dalla Russia il territorio ucraino e non abbiamo una soluzione per risolvere questo problema”, dice il leader ucraino, che porta avanti il pressing diplomatico anche su X: “È fondamentale che tutte le armi dei pacchetti di supporto già annunciati raggiungano finalmente le brigate di combattimento”. A fine primavera, gli Stati Uniti hanno autorizzato l’Ucraina a colpire al di là del confine per fermare l’offensiva di Mosca verso Kharkiv. Ora, con le truppe ucraine insediate nella regione russa di Kursk, il timore di Washington è che un’autorizzazione più ampia possa portare ad un’escalation. Inoltre, afferma il segretario alla Difesa Lloyd Austin, la revoca delle restrizioni sulle armi fornite all’Ucraina “non cambierebbe” le sorti della guerra. A Ramstein, Austin promette l’invio di un pacchetto da 250 milioni ma allo stesso tempo sottolinea che nessuna arma specifica sarebbe un ‘game-changer’: la Russia ha spostato le sue ‘bombe plananti’ – spina nel fianco delle difese ucraine- oltre la gittata dei missili americani a lungo raggio Atacms, mentre l’Ucraina stessa ha capacità di attaccare obiettivi ben oltre la gittata del missile da crociera britannico Storm Shadow. Il via libera non arriva, ma Zelensky incassa conferme su nuove forniture di armi. Il Regno Unito invierà altri 650 missili a corto raggio. Il Canada e la Germania hanno annunciato nuovi aiuti militari. Il ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius fa sapere che Berlino consegnerà a Kiev altri 12 obici semoventi Panzerhaubitze 2000, per un valore complessivo di 150 milioni di euro. Le armi dovrebbero essere prodotte ex novo piuttosto che prelevate dalle scorte militari tedesche. Sei obici dovrebbero arrivare entro la fine del 2024, gli altri saranno consegnati nel 2025. Un nuovo pacchetto di aiuti alla difesa ucraina è stato annunciato anche dal Canada, che invierà a Kiev oltre 80mila mototir a razzo CRV7, insieme a 1.300 testate. Le forniture saranno consegnate nei prossimi mesi. Ottawa si è inoltre impegnata a contribuire all’addestramento dei piloti ucraini sugli F-16 e a fornire i telai dismessi di circa 100 veicoli blindati M113 e Coyote. E l’Italia? “L’Ucraina non sta chiedendo niente di più quello che il vostro Paese e altri stanno facendo”, dice Zelensky, che nel suo intervento al Forum Ambrosetti a Cernobbio ringrazia l’Italia per i sistemi di difesa aerea forniti. “Qui incontrerò la premier Giorgia Meloni ed i rappresentanti delle imprese, sono fiducioso che insieme riusciremo a raggiungere importanti obiettivi per proteggere le vite in Ucraina”, aggiunge Zelensky, dicendosi convinto che “l’Itaia ci aiuterà anche nella ricostruzione”. ”Per alcuni autorevoli commentatori e politici italiani. Adesso se volete consentire a chi lo fa ogni giorno in silenzio, di lavorare, ve ne sarei grato”, chiosa su X il ministro della Difesa, Guido Crosetto.

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