Donald Trump è “al sicuro dopo che alcuni spari sono stati esplosi nelle sue vicinanze”. Lo ha riferito il direttore della comunicazione della campagna del candidato repubblicano alla Casa Bianca, Steven Cheung. È accaduto mentre l’ex presidente stava giocando a golf nel suo campo a West Palm Beach, in Florida. Nei cespugli circostanti è stato poi trovato un fucile semiautomatico AK47 e un sospetto è stato arrestato. Si tratterebbe di un 58enne originario delle Hawaii, Ryan Routh. Poco dopo è stato lo stesso tycoon a rassicurare tutti: “Sto bene e non mi arrenderò mai. La mia determinazione è solo più forte dopo un altro attentato alla mia via”. Alcune fonti hanno riferito alla Cnn che il fermato intendesse colpire proprio l’ex presidente. Ipotesi poi ripresa anche dall’Fbi: “È stato un apparente tentativo di assassinio. L’intero impianto da golf è stato immediatamente posto in lockdown e messo in sicurezza. Nei dintorni sono stati ritrovati anche uno zaino e una telecamera Go-Pro. Nella sparatoria non si sono registrati feriti. Il nuovo episodio è avvenuto due mesi dopo che Trump è stato colpito da un proiettile all’orecchio nell’attentato del 13 luglio durante un comizio in Pennsylvania. Lo sceriffo ha affermato in conferenza stampa che l’assalitore ha puntato il fucile contro la recinzione del campo da golf a circa 400-500 metri da Trump.
Chi è Ryan Routh, il presunto attentatore di Donald Trump Sono stati i media americani, tra cui il New York Post, a rendere nota l’identità del presunto attentore di Trump fermato dalla polizia statunitense. Sull’account LinkedIn di Ryan Routh si legge che il 58enne ha frequentato la North Carolina Agricultural and Technical State University e che si è trasferito alle Hawaii nel 2018. Sui suoi social, l’uomo ha pubblicato diversi contenuti in sulla guerra in Ucraina, tentando anche di reclutare soldati per la causa di Kiev. Il 10 agosto del 2023, Routh aveva invece annunciato di voler inviare a Taiwan migliaia di soldati afghani addestrati dalla Nato e di formare una legione di combattenti volontari “per proteggere le coste” dell’isola dalla minaccia cinese. In una mail ai suoi sostenitori, Trump ha scritto: “Ci sono stati degli spari nelle mie vicinanze, ma prima che le voci inizino ad andare fuori controllo, volevo che sentiste prima questo: sono al sicuro e vivo. Niente mi rallenterà, non mi arrenderò mai. La mia determinazione è solo più forte dopo un altro attentato alla mia via. Il 5 novembre renderemo l’America di nuovo grande”.
L’intervento del Secret Service e il salvataggio di Trump Trump è stato portato in salvo dal Secret Service, intervenuto nei pressi del club di golf. Qui gli agenti hanno aperto il fuoco verso il sospetto, il quale era stato visto con quella che sembrava una pistola. Non è chiaro se, al momento degli spari, l’uomo si trovasse sul percorso del campo o nelle vicinanze. Il sospetto è stato successivamente arrestato dalla polizia sull’autostrada I-95, la principale Interstate della East Coast, sulla quale si era dato alla fuga a bordo di un Suv. Secondo gli inquirenti, una delle prime chiamate al 911 riguardava una sparatoria fra due individui all’esterno del club del golf di Donald Trump. In realtà né i media né le autorità hanno precisato se il sospettato abbia aperto il fuoco oppure se i colpi avvertiti siano stati esplosi dal Secret Service per neutralizzarlo in anticipo dopo averlo individuato. Secondo la prima versione dei fatti rilasciata dallo sceriffo locale, sarebbero state due persone a scambiarsi i colpi in uno scontro a fuoco. “Ho appena parlato con il presidente Trump. È una delle persone più forti che io conosca. È di buon umore, ed è più determinato che mai a salvare il Paese”, ha dichiarato il senatore repubblicano alleato di Trump, Lindsey Graham.