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martedì, Settembre 17, 2024

Nasce la nuova Commissione Europea: sei vicepresidenze esecutive, una a Fitto

Oggi a Strasburgo la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen presenta la squadra per i prossimi 5 anni. C’è anche Raffaele Fitto vicepresidente esecutivo a Coesione e Riforme, annuncia von der Leyen. Ieri il colpo di scena nella formazione della Commissione von der Leyen bis. Il commissario al Mercato Interno e all’Industria, il francese Thierry Breton, candidato per un secondo mandato e in predicato di assumere il portafoglio della politica industriale in materia di difesa, si è dimesso con effetto immediato, pubblicando una lettera di fuoco contro la presidente della Commissione Ursula von der Leyen. “La nomina di Raffaele Fitto a vicepresidente esecutivo della Commissione europea è un’ottima notizia che conferma la credibilità ed il ruolo di peso che l’Italia svolge e continuerà a svolgere in Europa! Un successo del governo. Congratulazioni Raffaele!”, scrive su X il ministro degli Esteri Antonio Tajani. Ieri il colpo di scena nella formazione della Commissione von der Leyen bis. Il commissario al Mercato Interno e all’Industria, il francese Thierry Breton, candidato per un secondo mandato e in predicato di assumere il portafoglio della politica industriale in materia di difesa, si è dimesso con effetto immediato, pubblicando una lettera di fuoco contro la presidente della Commissione Ursula von der Leyen. In sostanza, Breton accusa von der Leyen di aver chiesto al presidente francese Emmanuel Macron di cambiare candidato, promettendo in cambio alla Francia un incarico migliore. La mossa di von der Leyen sarebbe dovuta a “ragioni personali”, ha scritto Breton, accusando la presidente di non averne mai parlato con lui. Per Breton la vicenda sarebbe l’ennesima prova di una gestione “carente” da parte di von der Leyen. L’Eliseo ha comunque indicato al posto di Breton Stéphane Séjourné, già capogruppo di Renew Europe a Strasburgo e ministro degli Esteri. La Francia, hanno indicato fonti dell’Eliseo, dovrebbe avere “un portafoglio chiave, incentrato sui temi della sovranità industriale e tecnologica e della competitività europea”. Séjourné dovrebbe essere meno difficile da gestire per von der Leyen rispetto a Breton. Il commissario francese dimissionario, che è un ex Pdg, l’equivalente del nostro amministratore delegato, ed ex ministro dell’Economia, per il suo curriculum era uno dei pesi massimi della Commissione. Aveva svolto un lavoro prezioso durante la pandemia, organizzando da zero la produzione in massa dei vaccini anti-Covid. Breton, però, pur essendo sempre leale verso la presidente (in conferenza stampa l’ha difesa in diverse occasioni), aveva più volte dato segnali di insofferenza nei suoi confronti. Von der Leyen veniva accusata tra le righe di accaparrarsi, anche a livello mediatico, tutti i meriti del lavoro fatto dai suoi commissari. La viceportavoce capo della Commissione Arianna Podestà ha detto che la presidente “prende atto e accetta” le dimissioni del commissario Breton “e lo ringrazia per il lavoro svolto durante tutto il mandato e in particolare per i progressi fatti sul Digital services act e sulle altre regolamentazioni relative al digitale”. Le dimissioni di Breton sono state salutate con giubilo dalla Ceo di X, Linda Yaccarino: “E’ un bel giorno per la libertà di parola”. Breton ha più volte ‘incrociato le lame’ con la ex Twitter, rilevata dal miliardario Elon Musk, per costringerla a seguire le leggi Ue. Più o meno lo stesso concetto era già stato espresso dal capodelegazione della Lega, Paolo Borchia: “L’annuncio delle dimissioni di Thierry Breton – ha detto – è una buona notizia per tutti coloro che in Europa e nel mondo hanno a cuore il sacrosanto principio della tutela dell’informazione libera e della libertà di espressione”.

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