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martedì, Settembre 17, 2024

Resistenza agli antibiotici, lo studio: “Entro il 2050 oltre 39 milioni di morti”

A cause delle infezioni resistenti agli antibiotici si prevedono più di 39 milioni di morti entro il 2050, secondo la prima analisi globale sull’argomento pubblicata sulla rivista The Lancet e condotta dal Global Research on Antimicrobial Resistance Project. L’analisi approfondita riguarda 204 Paesi e territori e indica che tra il 1990 e il 2021 sono state oltre un milione le persone morte ogni anno a causa delle resistenze antimicrobiche. Durante questo periodo, inoltre, i decessi tra i bambini sotto i cinque anni sono diminuiti del 50%, mentre quelli tra gli anziani di 70 anni e oltre sono aumentati di oltre l’80%, ovvero sono quasi raddoppiati. Le previsioni sono tutt’altro che rosee perché l’analisi indica che i decessi causati dalla resistenza agli antibiotici sono destinati ad aumentare costantemente nei prossimi decenni, con un incremento di quasi il 70% entro il 2050 rispetto al 2022, soprattutto tra le persone anziane, mentre i decessi tra i bambini sotto i cinque anni dovrebbero ridursi della metà. Gli autori dello studio rilevano che un miglior accesso all’assistenza sanitaria e agli antibiotici potrebbe salvare complessivamente 92 milioni di vite tra il 2025 e il 2050. Lo studio stima inoltre che nel 2050 1,91 milioni di persone potrebbero morire direttamente a causa della resistenza agli antibiotici e che il numero di decessi nei quali i batteri antibiotico-resistenti giocano un ruolo potrebbe aumentare di quasi il 75%, passando da da 4,71 milioni a 8,22 milioni l’anno. “Questi risultati evidenziano che l’antibiotico-resistenza è stata una significativa minaccia per la salute globale per decenni e che il pericolo è in aumento”, afferma Mohsen Naghavi, autore dello studio e coordinatore dell’Amr Research Team presso l’Istituto di Metriche della Salute (Ihme) dell’Università di Washington. Le stime per il nuovo studio Gram sono state prodotte per 22 patogeni, 84 combinazioni patogeno-farmaco e 11 sindromi infettive (tra cui meningite e infezioni del sangue) tra persone di tutte le età. Le stime si basano su 520 milioni di registri individuali provenienti da una vasta gamma di fonti, tra cui dati ospedalieri, certificati di morte e dati sull’uso degli antibiotici.

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