Oleh Hodovanyy ha 29 anni, originario della martoriata Ucraina, è arrivato in Italia circa 20 anni fa, ormai si sente italiano a tutti gli effetti, parla perfettamente l’italiano, anzi il romano, visto che abita a Roma. L’unico vero legame con l’Ucraina ormai è una nonna, con cui è ancora in contatto. Si sente fortunato a vivere in Italia: “Se fossi lì – dice Oleh – non potrei fare la vita che faccio, non potrei nemmeno correre”. Quando corro è sempre una sfida con me stesso. Mi piace mettermi alla prova, per questo scelgo anche le ore assolate. Non è agonismo. È una ‘corsa consapevole‘, così mi piace chiamarla”.Perché la grande passione di Oleh è la corsa. Ma non la gara, l’agonismo, bensì correre da solo, per ore, anche sotto il sole, per decine di chilometri. “Non corro le classiche maratone, non faccio gare, perché non mi interessa l’agonismo – dice Oleh, quasi scusandosi -, mi piace correre da solo, con me stesso, sentire il mio corpo e la realtà che circonda i miei passi. Corro indossando una collana di legno, che sbatte sul mio corpo allo stesso ritmo dei miei passi. Correre 42 chilometri da solo mi dà molto di più che partecipare a una maratona.
Non metto nemmeno le cuffie. Magari la musica mi aiuterebbe dandomi un po’ di dopamina, ma perderei il resto. Oleh è in Italia da tanto tempo. Iniziò a studiare dalla terza elementare, ora non ricorda nemmeno più la lingua della sua terra natia. Ma questo non vuol dire che non senta il dramma che sta vivendo l’Ucraina. “Ho visto su Instagram alcune foto e video della città da dove provengo, piena di macerie. Immagini davvero drammatiche. Mi sono reso conto che non ho fatto davvero nulla per aiutare la mia terra d’origine. Allora ho pensato di fare qualcosa