Il termine Etruschi non è quello con cui si designava questo popolo, come testimoniato dai suoi scritti in bustrofedico, cioè le cui linee andavano alternativamente da sinistra a destra e da destra a sinistra e da quanto riportato nei loro lapidari. Infatti gli “Etruschi” si citavano e si scrivevano come Rasna o come Rasenna e mai come Tusci “Etruschi”. Furono gli Antichi – Romani, che, dopo averli sconfitti o inglobati (vds. ad esempio Cerveteri – Caere per i Romani – Caisra in “etrusco” ed Agylla per i Greci) citavano da vincitori il loro ex ( “etrusco”) territorio di appartenenza (che all’epoca intendevano come l’attuale Toscana ed Umbria insieme al Lazio settentrionale e centrale) con il termine di Tuscia, ed i loro abitanti come Tusci, i quali poi, con l’andare del tempo e la volgarizzazione linguistica, divennero Etruria ed Etruschi a partire dalla tarda antichità dopo la fine del dominio dei Rasna/Rasenna e l’avvento degli Antichi Romani ed, a seguire, nel primo Alto Medioevo (il periodo medioevale più lontano da noi cioè quella parte del Medioevo che va dalla caduta dell’Impero romano d’Occidente, avvenuta nel 476 p. C.n. all’anno 1000 ovviamente sempre p.C.n.) e di là in poi fino ai giorni nostri. Sulle origini del popolo “etrusco” si è sviluppata un’ampia letteratura storico – archeologica, anche se poi i più attendibili sono gli scritti fatti dallo storico greco Erodoto, il quale sostiene che gli Etruschi non sono una popolazione italica, ma dei discendenti di quei Lidi che furono obbligati a lasciare l’Asia Minore a causa di una fortissima carestia. Ma ancora più attendibili, anzi direi, definitivamente attendibili, sono gli interessantissimi studi genetici effettuati dalle Università di Ferrara e Firenze, pubblicati, molto recentemente, vuoi nel 2013 che nel 2018, sul DNA mitocondriale di una trentina di campioni di “etruschi” che hanno vissuto tra l’VIII secolo a.C. e il III secolo a.C., il tutto condotto grazie a tecnologie di nuova generazione di sequenziamento del DNA (NGS). Questi dirimenti studi danno ragione alla versione di Dionigi di Alicarnasso che gli Etruschi erano un popolo autoctono. Quanto sostenuto da Dionigi di Alicarnasso ha trovato d’accordo, da sempre, chi scrive il quale ha sempre sostenuto che i Rasenna sono di origine solo italiana (anche se molto “aperti” verso altre popolazioni, vds. ad es. i Fenici ospitati a Pyrgi dai Rasenna di Caisra) i quali riunirono i loro villaggi per motivi di sinecismo ( parola composta di origine greca) cioè vuoi per motivi di difesa che commerciali. Ed in questo senso il sinecismo, per alcune realtà territoriali fu estremamente proficuo, ad esempio Cerveteri, nel 600 a.C., contava venticinquemila abitanti c.a. ed aveva ben tre porti in attività venendo da sud: Alsium ( già fondato dai Pelasgi “mitico” popolo del mare, dal latino pelagus), Pyrgi e Punicum. Insomma Etruschi non era il nome con cui si definiva questo antico e colto popolo italiano che, come suddetto, si citava come Rasenna o Rasna ma mai come etrusco, un nome che gli è rimasto (purtroppo) “appioppato” fin dal primo Alto Medioevo.