Mentre Netanyahu attacca l’Onu definendolo “palude antisemita”, un attacco missilistico israeliano devasta sei edifici a Beirut. Si temono centinaia di morti. Il bersaglio era il leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, e Israele ha annunciato che è rimasto ucciso nei bombardamenti sottolineando che ora “non potrà più terrorizzare il mondo”. Nel raid è morta anche la figlia della guida del gruppo sciita, Zainab Nasrallah, assieme al capo dell’unità missilistica dell’organizzazione Muhammad Ali Ismail. Il capo di Stato maggiore dell’esercito israeliano: “Sappiamo come colpire chi ci minaccia”. Anche l’aeroporto di Beirut è ora sotto il controllo israeliano. L’Iran promette vendetta, parlando di “escalation che cambia le regole del gioco” e annunciando una “punizione adeguata” nei confronti dello Stato ebraico. Khamenei, guida suprema di Teheran, è stato trasferito in un luogo segreto ed esorta i musulmani: “Unitevi con Hezbollah contro Israele”. L’attacco su Beirut è stato approvato dal premier Netanyahu al telefono da New York, dove si era recato per l’Assemblea generale delle Nazioni unite. Alcune delegazioni hanno lasciato l’aula al suo arrivo, comprese quelle turca e iraniana. Tutti i musulmani si schierino con Hezbollah. E’ l’appello lanciato da Ali Khamenei, leader supremo iraniano, in un comunicato diffuso dai media iraniani e panarabi. “E’ dovere di tutti i musulmani schierarsi con le proprie capacità al fianco del popolo libanese e del vittorioso Hezbollah e aiutarli ad affrontare questo regime usurpatore, ingiusto e malvagio”, ha detto Khamenei in riferimento a Israele.