E’un vigile che si guarda intorno spaesato. Comincia così in una Roma deserta l’avventura cinematografica di Marcello Mastroianni nella Capitale, doppiato però da Alberto Sordi. Siamo nel 1950, il film è “Domenica d’agosto”. Interpreta, in questi anni, il ruolo del bravo ragazzo. In “Peccato che sia una canaglia” è un sognatore, per la prima volta a fianco di Sofia Loren. E’ lei – bella e disinvolta – la canaglia. Con “La dolce vita”, del 1960, cambia Roma e cambia anche Marcello, giornalista di cronaca mondana dall’aria indolente che si nasconde dentro la città. Il personaggio porta il suo stesso nome, indizio di una sovrapposizione difficile da districare. Qui è un latin lover che dissimula la propria virilità. Fino ad arrivare – in “Ieri, oggi, domani” – alla regressione infantile di fronte alla seduzione. In “8½” si nasconde dietro gli occhiali scuri. E un regista che vuole fare un film di cui non ricorda più nulla. Negli anni ’70 ha ormai dismesso i panni del seduttore. “Todo modo” è un processo alla classe politica dell’epoca. Roma è la politica. In “Una giornata particolare” è ancora una volta con Sofia Loren, e il lavoro sulla mascolinità si fa più profondo. Interpreta un uomo mite, antifascista e omosessuale, che si deve nascondere dalla persecuzione del regime. Ma a lei non può che dire la verità. Sono gli unici rimasti a casa nel giorno in cui il Führer è arrivato in visita nella Capitale. Ci sono ora due città, quella della propaganda e quella degli esseri umani.