domenica, Dicembre 22, 2024

Marcello Mastroianni. L’uomo, il cinema, la città a 100 anni dalla nascita

E’un vigile che si guarda intorno spaesato. Comincia così in una Roma deserta l’avventura cinematografica di Marcello Mastroianni nella Capitale, doppiato però da Alberto Sordi. Siamo nel 1950, il film è “Domenica d’agosto”. Interpreta, in questi anni, il ruolo del bravo ragazzo. In “Peccato che sia una canaglia” è un sognatore, per la prima volta a fianco di Sofia Loren. E’ lei – bella e disinvolta – la canaglia. Con “La dolce vita”, del 1960, cambia Roma e cambia anche Marcello, giornalista di cronaca mondana dall’aria indolente che si nasconde dentro la città. Il personaggio porta il suo stesso nome, indizio di una sovrapposizione difficile da districare. Qui è un latin lover che dissimula la propria virilità. Fino ad arrivare – in “Ieri, oggi, domani” – alla regressione infantile di fronte alla seduzione. In “8½” si nasconde dietro gli occhiali scuri. E un regista che vuole fare un film di cui non ricorda più nulla. Negli anni ’70 ha ormai dismesso i panni del seduttore. “Todo modo” è un processo alla classe politica dell’epoca. Roma è la politica. In “Una giornata particolare” è ancora una volta con Sofia Loren, e il lavoro sulla mascolinità si fa più profondo. Interpreta un uomo mite, antifascista e omosessuale, che si deve nascondere dalla persecuzione del regime. Ma a lei non può che dire la verità. Sono gli unici rimasti a casa nel giorno in cui il Führer è arrivato in visita nella Capitale. Ci sono ora due città, quella della propaganda e quella degli esseri umani.

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