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lunedì, Settembre 30, 2024

Focus di Mazzarino sulle opere di Ladispoli e sull’assessora De Santis

A Ladispoli si finisce per credere alle proprie menzogne pur non essendo affatto grandi politici. Inutile tornare sulle ormai conclamate menzogne fra le promesse elettorali e quello che realmente è stato poi fatto, dall’urbanistica alle consulenze passando per il Piano degli Arenili e le assunzioni. Ormai si è andati oltre e si assiste ad una continua distrazione di massa che, ove pure opportune, una per tutte lo show delle Frecce Tricolori, non compensano il disastro totale su tutti gli altri fronti. Inutile vantarsi delle masse oceaniche del 22 settembre, lo spettacolo erano gli aerei e la gente viene a vedere e poi se ne va senza aggiungere nulla all’economia locale o alla vivibilità, solo poche ore di caos, per la gioia dei bambini di tutte le età e fra l’altro non certo a costo zero viste che “o de riffe o de raffe” (vecchio detto civitavecchiese) ci sono delibere per svariate decine di migliaia di euro che difficilmente rientreranno nelle casse comunali. Inutile tornare sul Capodanno, partito come spesa pazza e poi dopo anche le nostre bacchettate assai rimodellato fino a diventare una spesa alta ma che almeno ha portato una star, per un paio di ore di gloria di questa bistrattata cittadina. Spese allegre e per quel che sappiamo mai rendicontate in modo trasparente per la Sagra del Carciofo e tutta l’estate ladispolana, che almeno ha tenuto occupati i villeggianti. Tutto questo è servito a dare una patina all’amministrazione, che però essendo pagata ad altri organizzatori si traduce solo in una spesa, spesso di dubbia misura. Ma tutto questo è servito solo a mettere sotto al tappeto l’immondizia delle tante incapacità progettuali in ciò che serviva veramente a Ladispoli. I nodi di tanta incapacità alla fine vengono al pettine ed ora si sconta la politica della cicala fatta con soldi pubblici. Prova materiale è la Pista Ciclabile un continuo fare e disfare che neanche Penelope in attesa di Ulisse ha saputo fare di meglio. Mal progettata, su un percorso utile solo alle ultime strutture della ex via Roma, fra le quali quella della famiglia del sindaco, ma che ha gettato nel caos moltissime vie di Ladispoli, con accessi alle abitazioni devastati da una infrastruttura pensata male e realizzata peggio. Cosa dire poi delle fogne e delle caditoie che ogni anno si occludono per mancata pulizia provocando disagi. Senza parlare del solito caos del traffico per la mancanza, da molti anni, di una revisione del piano del traffico. Per carità cristiana non torniamo a parlare della devastazione urbanistica attuata senza alcun contrappeso utile per la cittadinanza, e che continua a non avere supporto né in fase di adduzione idrica come neanche di depurazione, con centinaia di migliaia di euro spesi per un pozzo praticamente inutile. Nonostante gli autoincensamenti però è sotto gli occhi di tutti che le cose non siano come il sindaco ed il suo più stretto entourage le raccontano. I dissapori si leggono. In fondo la giunta Grando lavora già con un assessore in meno in partenza perché la smania di controllo ha fatto si che il sindaco si sia tenuto la delega all’urbanistica, materia per la quale non ha competenza, ed i risultati si vedono. D’altra parte era difficile trovare qualcuno che ingoiasse i bocconi amari preparati dagli speculatori edilizi in silenzio. Poi ha perso un altro componente, il vicesindaco Annibale Conti, che in pratica ha assunto un ruolo di “ambasciatore presso la regione Lazio” in costante missione a favore di chi non si sa anche se bisogna ammettere che soldi per le feste ne sono arrivati. Per Conti poi è divertente notare come, passi il fatto che sia costantemente assente, non abbia mollato neanche l’osso della carica di vice sindaco, fatto questo sintomatico del livello di fiducia da parte del sindaco nei suoi fidi scudieri. Ma tanta inadeguatezza ha portato ora in discussione proprio la fedelissima del sindaco, l’assessore ai lavori pubblici Veronica De Santis, sicuramente la più stretta collaboratrice della Grando-Politik. Inutile nascondersi dietro un dito, è sua la competenza sulle opere pubbliche, dalla Pista Ciclabile a tutto quello che doveva marciare pari passo con le prescrizioni delle varie VAS con le quali sono partiti i faraonici progetti urbanistici che stanno devastando Ladispoli. Apprendiamo dal CV dell’arch De Santis che lavora dal 2021 all’ANAS, e probabilmente questo le ha impedito di essere particolarmente attenta ai bisogni di Ladispoli. Per capirci, forse, nel caso dell’abbattimento dei pini de “Il sorpasso” sull’Aurelia avrebbe potuto esercitare una diversa visione ed evitare alcuni abbattimenti che poi erano molto funzionali ad alcuni piani integrati. Ci sarebbero anche altri punti da comprendere, come il perché se dichiara di collaborare con ANAS dal 2021 non sembra apparire nulla nella sua dichiarazione 2023 dei redditi 2022, ma sono sottigliezze da Segretari Generali come pure le vicende di dichiarazioni patrimoniali e cumulabilità dei compensi. Il fatto politico è che molti dei problemi abbiano come epicentro la De Santis e sembra che sia scattata l’operazione “salvate la soldatessa De Santis”, prima che la faccenda assuma proporzioni non più facilmente gestibili. Certo si accamperanno le solite scuse degli impegni personali, della responsabilità istituzionale, ma la realtà è che urge un cambio per allontanarla da Ladispoli per vari motivi. Se questo accadrà sarà divertente vedere come si manifesteranno gli appetiti dei vari gruppi che sostengono Grando. Sicuramente, ma anche lecitamente, qualcuno vorrà riequilibrare la propria presenza politica. Cosa farà Grando? Continuerà con il suo “io so io e voi …” all’insegna del mi spezzo ma non mi piego? …oppure verrà a più miti consigli e cercherà di dare un ruolo a tutti?. Ma poi siamo certi che tutti siano disponibili al “vincere o morire”?. Magari qualcuno di loro comincia a comprendere che il danno erariale per una innocente alzata di mano è dietro l’angolo e potrebbe dissentire e gestire il dissenso non è una qualità di cui Grando si sia dimostrato ricco. “Per quanto sia sbagliato quanto ti torna comodo lo ritieni giusto”.

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