Il ritorno di Julian Assange. Il fondatore di WikiLeaks ha tenuto il suo primo discorso da uomo libero al Consiglio d’Europa: “La questione fondamentale è semplice – ha detto – i giornalisti non dovrebbero essere perseguiti per aver svolto il loro lavoro. Il giornalismo non è un crimine. È un pilastro di una società libera e informata”. Il dito resta puntato contro Washington:” Vedo più impunità, più segretezza, più rappresaglie per aver detto la verità, e più autocensura. Difficile non tracciare una linea tra il governo degli Stati Uniti che attraversa il Rubicone criminalizzando a livello internazionale il giornalismo e il freddo clima attuale per la libertà di espressione” È la prima volta che Assange prende la parola in pubblico da quando è stato liberato alla fine del giugno scorso dopo aver trascorso gli ultimi quattordici anni nell’ambasciata ecuadoriana a Londra e poi detenuto nel carcere britannico di alta sicurezza di Belmarsh. “Voglio essere chiarissimo. Oggi non sono libero perché il sistema ha funzionato. Oggi sono libero dopo anni di carcere perché mi sono dichiarato colpevole di aver fatto giornalismo. Mi sono dichiarato colpevole di aver cercato informazioni da una fonte. Mi sono dichiarato colpevole di aver ottenuto informazioni da una fonte. Mi sono dichiarato colpevole di aver informato il pubblico su quali fossero quelle informazioni. Non mi sono dichiarato colpevole di nient’altro. Spero che oggi la mia testimonianza possa essere utile per evidenziare le debolezze delle tutele esistenti e aiutare coloro, i cui casi sono meno visibili, ma che sono ugualmente vulnerabili” L’assemblea parlamentare riunita in sessione plenaria dibatterà e voterà domani il rapporto della socialista islandese Thorhildur Sunna Aevarsdottir sul trattamento riservato ad Assange durante la detenzione e le misure che possono essere adottate per evitare che quanto accaduto al giornalista possa ripetersi.