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giovedì, Ottobre 3, 2024

L’Italia deferita alla Corte Ue per gli stipendi degli insegnanti precari

L’Italia è stata deferita dalla Commissione Ue alla Corte di giustizia europea per non aver posto fine all’uso abusivo di contratti a tempo determinato e a condizioni di lavoro discriminatorie nella scuola. L’Italia, sostiene la Commissione, “non ha adottato le norme necessarie per vietare la discriminazione in merito alle condizioni di lavoro e l’uso abusivo di successivi contratti a tempo determinato”. E la legislazione sullo stipendio degli insegnanti a tempo determinato nelle scuole pubbliche “non prevede una progressione salariale” basata “sui precedenti periodi di servizio” ed è “una discriminazione rispetto agli insegnanti assunti a tempo indeterminato”. La Commissione, viene spiegato più nel dettaglio dall’esecutivo comunitario, “ritiene che la legislazione italiana che determina lo stipendio degli insegnanti a tempo determinato nelle scuole pubbliche non preveda una progressione salariale incrementale basata sui precedenti periodi di servizio”. “Ciò costituisce una discriminazione rispetto agli insegnanti assunti a tempo indeterminato, che hanno diritto a tale progressione salariale – spiega la Commissione -. Inoltre, contrariamente al diritto dell’Ue, l’Italia non ha adottato misure efficaci per impedire l’uso abusivo di successivi contratti di lavoro a tempo determinato del personale amministrativo, tecnico e ausiliario nelle scuole pubbliche. Ciò viola la normativa UE sul lavoro a tempo determinato. La Commissione ritiene che gli sforzi delle autorità siano stati, finora, insufficienti e pertanto sta deferendo l’Italia alla Corte di giustizia dell’Unione europea”. “La Commissione europea interviene 10 anni dopo l a procedura di infrazione attivata nei confronti dell’Italia – è stato il commento del segretario del sindacato Anief (Associazione nazionale insegnanti e formatori, ndr), Marcello Pacifico -. È evidente che dopo 25 anni dall’approvazione della direttiva, ancora oggi in Italia non si rispetta la norma europea: sono più di 400 mila i docenti con più di 36 mesi di servizio che hanno subito questo abuso. La Commissione chiede misure che prevengano questo abuso: per noi si tratta del doppio canale di reclutamento e deve essere introdotto il principio di non discriminazione che pretende lo stanziamento di risorse straordinarie anche in vista del nuovo contratto”.

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