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sabato, Ottobre 5, 2024

Manifestazione Pro Palestina a Roma: controllate 1.600 persone, 19 fermate

E’ allerta a Roma per la manifestazione Pro Palestina, a due giorni dal primo anniversario dell’attacco di Hamas a Israele. Nonostante il divieto imposto dalla questura, alcuni gruppi si sono dati appuntamento a piazzale Ostiense per il corteo e le forze dell’ordine sono in stato di massima attenzione per intercettare eventuali infiltrati violenti. Sotto la lente anche i social, in particolare quelli legati ad ambienti anarchici e collettivi universitari. E’ di pochi giorni fa il cartello shock contro Liliana Segre, esposto al corteo Pro Palestina a Milano: “Agente sionista”. Piantedosi: “Attenzione altissima, gestiremo con equilibrio il corteo”. Verifiche serrate scattate dalle prime ore e che a metà mattinata presentavano un primo bilancio: 1.600 persone controllate. Di queste, 19 portate in Questura per valutare la loro posizione al fine dell’eventuale foglio di via. A mettere a punto nel dettaglio le misure di sicurezza per la giornata un tavolo tecnico in Questura, il primo presieduto da Roberto Massucci che proprio giovedì, in occasione della cerimonia di insediamento, ha avvisato, riguardo alla manifestazione: “Esiste un divieto e va fatto rispettare”. Il questore ha spiegato che c’è “un’interlocuzione” e un “dialogo” con i promotori dell’iniziativa per vedere di “trovare tempi diversi e una cornice di legalità” al corteo. La Comunità palestinese di Roma e Lazio ha fatto sapere che non “disobbedirà”, mentre ha annunciato di aver concordato una nuova data per la manifestazione. “Non scenderemo in piazza – ha infatti spiegato Yousef Salman, presidente della Comunità -. Dopo il diniego della questura abbiamo deciso che faremo la manifestazione il 12 ottobre, a Piramide, per chiedere il cessate del fuoco, lo stop al genocidio e ai bombardamenti israeliani al Libano, la Palestina libera”. Di diverso avviso l’Unione democratica arabo-palestinese e i Giovani palestinesi, che hanno confermato sui social l’appuntamento di sabato alle 14 a Piramide anche dopo il pronunciamento del Tar che ha rigettato il loro ricorso. “Riteniamo doveroso rifiutare questo diktat palesemente politico”, ha avvertito Khaled El Qaisi, rappresentante dell’Unione democratica arabo-palestinese (Udap). “Nel divieto – ha aggiunto – la motivazione offerta dalla questura di Roma è quella che la manifestazione non rispecchia la propria narrazione su ciò che accade in Palestina, il riferimento che si fa a motivi di ordine pubblico è generico e fumoso e non vi è traccia di comprovate ragioni di sicurezza o di incolumità pubbliche, unico motivo contemplato dalla Costituzione per vietare una manifestazione”. Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi definisce “illegale” la manifestazione, spiegando che sarà comunque “gestita in equilibrio dalle nostre forze di polizia, di cui mi fido ciecamente. Non tutti i manifestanti scenderanno in piazza: una sigla molto rappresentativa del mondo palestinese ha accettato il divieto come invito a riprogrammare il corteo sabato 12 ottobre, perché è chiaro che alla vigilia del 7 e per il modo in cui era stata proposta c’era il forte rischio che fosse celebrativa di un eccidio e foriera di turbative di piazza”. Parlando poi di allarme alto per eventuali disordini, dal G7 riunito a Mirabella Eclano (Avellino), ringrazia “il questore che ha predisposto quanto nelle sue disponibilità perché il fine settimana sia gestito in serenità”.

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