domenica, Novembre 24, 2024

Operazione in Libano, massimo allarme per le basi Unifil italiane

La situazione delle basi Unifil italiane in Libano in queste ore – con continui bombardamenti che si sentono a decine di chilometri di distanza – oscilla tra il livello 2 e il livello 3 di allarme, ovvero il livello massimo. I militari, in base al livello di allarme attivato, utilizzano elmetto e giubbetto protettivo. Talvolta rifugiandosi nei bunker e altre volte limitando semplicemente le operazioni al minimo. È quanto riferiscono fonti militari in merito alla situazione nelle basi italiane di Unifil in Libano. “Lungo colloquio telefonico con il ministro degli Esteri israeliano Israel Katz. Ribadita la richiesta italiana di assicurare massima tutela al contingente Unifil. Mi ha nuovamente rassicurato al riguardo. Prosegue l’impegno diplomatico italiano per la pace in Medio Oriente”. Lo scrive su X il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani. Fotografie satellitari mostrano una significativa presenza dell’esercito israeliano, tra cui truppe e veicoli, vicino alla base delle forze di pace Onu a Maroun al-Ras, nel su del Libano. Lo scrive Al Jazeera, secondo cui le immagini mostrano 40 veicoli militari posizionati in fortificazioni di terra attorno al quartier generale della missione Onu. L’area – continua l’emittente – ha visto la costruzione di una strada e scavi del terreno vicino alla base. Le truppe dell’Unifil hanno lanciato l’allarme nei giorni scorsi dopo che l’esercito israeliano si è schierato vicino a una postazione della missione a sud-est di Maroun al-Ras. Il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant ha dichiarato che il successore di Hassan Nasrallah, Hashem Safieddine, è stato probabilmente ucciso nell’attacco della scorsa settimana a Beirut. Parlando durante una visita alle truppe del comando settentrionale dell’Idf, Gallant ha detto: “Hezbollah è un’organizzazione senza un leader, Nasrallah è stato eliminato, il suo sostituto è stato probabilmente eliminato anche lui. Questo ha un effetto drammatico su tutto ciò che accade. Non c’è nessuno che prenda decisioni, nessuno che agisca”. Il ministro ha poi aggiunto che “le azioni intraprese da Israele vengono osservate in tutto il Medio Oriente. Quando il fumo in Libano si sarà diradato, si renderanno conto in Iran di aver perso la loro risorsa più preziosa, ovvero Hezbollah”. La Protezione civile di Gaza annuncia che 17 persone sono state uccise in un attacco israeliano. L’agenzia di stampa palestinese Wafa riferisce che uno dei suoi corrispondenti ha affermato che “c’erano decine di martiri e feriti che giacevano nelle strade di Jabalya e, a causa dell’intensità dei bombardamenti, gli operatori sanitari e la protezione civile non sono riusciti a raggiungerli”. Almeno 43 palestinesi sono stati uccisi oggi nella Striscia di Gaza dall’esercito israeliano: lo hanno riferito fonti mediche ad Al Jazeera. Il bilancio include le vittime dell’attacco al campo profughi di Jabalya nel nord della Striscia, che ora sono sette, secondo le stesse fonti. In precedenza la Protezione civile di Gaza aveva annunciato che 17 persone sono morte nell’attacco israeliano a Jabalya.

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