Una fonte Onu ha affermato che Israele ha nuovamente aperto il fuoco contro una postazione Unifil nel Libano meridionale, ferendo altri due caschi blu. I due caschi blu feriti nel nuovo attacco ad una torretta di osservazione dell’Unifil a Naqoura, secondo quanto si apprende da fonti militari d’intelligence libanesi, sono di nazionalità cingalese. Uno sarebbe in gravi condizioni. Giovedì Israele aveva colpito tre basi della missione Unifil, di cui due italiane, e causato due feriti. Immediata era scatta la protesta del governo italiano. Meloni: “Inammissibile”. Crosetto: “Crimine di guerra”. Tajani: “Aspettiamo le scuse del governo israeliano”. Intanto in Israele salta il voto del governo sulla ritorsione contro l’Iran. L’esercito israeliano ha dichiarato di aver ucciso il comandante supremo della jihad islamica palestinese Mohammad Abdullah in un raid in Cisgiordania. È salito a 22 morti il bilancio di un raid israeliano su un quartiere sciita di Beirut: nel mirino un dirigente di Hezbollah. Una delegazione di uomini del Comando operativo di vertice interforze della Difesa italiana è stata inviata a Gerico, in Cisgiordania, per un sopralluogo a scopo di ricognizione – nell’ambito dell’operazione Miadit sospesa un anno fa – affinché siano verificate le condizioni logistiche per una riapertura della missione. In prospettiva, come era stato richiesto dal segretario di Stato Usa Anthony Blynken al governo italiano, 200 militari dell’Arma dei Carabinieri potrebbero tornare a Gerico e, solo dopo una positiva valutazione delle condizioni di sicurezza (ancora non verificate) da entrambe le parti, allargare la loro missione nel territorio di Gaza. Della delegazione, inviata una settimana fa e composta da 8 persone, fanno parte carabinieri, medici e addetti al settore logistico. Durante la riunione al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite dopo gli attacchi israeliani alle basi Unifil, il capo delle forze di peacekeeping delle Nazioni Unite Jean Pierre Lacroix ha detto che Unifil ha deciso di trasferire temporaneamente 300 caschi blu degli oltre 10 mila schierati in Libano in basi più grandi per la loro sicurezza. Dopo una riunione fiume durata 4 ore, il consiglio di sicurezza israeliano non ha votato per approvare il raid di ritorsione per l’attacco iraniano con missili balistici. Lo riferiscono i media israeliani. Il ministro della Difesa Yoav Gallant non potrà quindi partire per Washington, dove era previsto un incontro con l’omologo Lloyd Austin poiché il premier Benyamin Netanyahu ha posto il veto finché il governo non voterà il piano di ritorsione.