Come era stato previsto dagli scienziati, la forte attività solare degli ultimi giorni ha prodotto tempeste geomagnetiche che hanno creato le condizioni per portare magnifiche aurore boreali e australi a illuminare con vibranti colori, a insolite latitudini, i cieli di mezzo mondo: da New York a Milano, dal Regno Unito alla Nuova Zelanda. Lo straordinario spettacolo è stato visibile anche in Alto Adige, sulle Dolomiti e in varie altre località italiane. E lo spettacolo potrebbe continuare. È ancora in corso la forte tempesta geomagnetica iniziata alle 17,15 italiane del 10 ottobre quando ha raggiunto la Terra, a una velocità di quasi 2,5 milioni di chilometri orari, l’espulsione di massa coronale (Cme) emessa dal Sole lo scorso 8 ottobre. La tempesta ha superato le previsioni di intensità: inizialmente, il NOAA ipotizzava un fenomeno di classe g4, la seconda più intensa in una scala che va da g1 a g5, ma sembra che abbia toccato il livello massimo. “Secondo l’indice calcolato presso l’istituto di geofisica dell’Universita’ di Gottinga in Germania, che risulta più accurato di quello utilizzato dalla NOAA poiché si basa su intervalli di soli 30 minuti invece che di 3 ore, la tempesta geomagnetica attualmente in corso potrebbe anche aver superato il livello corrispondente al g5”, dice all’Ansa Mauro Messerotti, docente di meteorologia spaziale all’Università di Trieste. È impossibile, invece, prevedere quando si esaurirà la tempesta: “Quella dello scorso maggio è durata circa 1 giorno e 15 ore”, dice Messerotti, “quindi anche questa potrebbe superare le 24 ore”. Coloro che si aspettavano lo spettacolo delle aurore anche a basse latitudini non sono rimasti dunque delusi ma la tempesta potrebbe avere effetti molto meno attraenti. Il fenomeno potrebbe creare ulteriori problemi nelle zone colpite dall’uragano Milton, come interruzioni nei sistemi di comunicazioni che dipendono dai satelliti in orbita terrestre bassa, disturbi nei sistemi di navigazione utilizzati dai soccorsi e ulteriore stress sulle reti elettriche già indebolite dal passaggio dell’uragano.