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domenica, Ottobre 13, 2024

Sottratti 60 anni fa: ora vogliono restituire i reperti

«Spero che vengano a Cerveteri personalmente per conoscerli e sarà mio speciale impegno portarli nel luogo da cui i reperti furono sottratti». Il territorio etrusco, come detto dal sindaco Elena Gubetti, è pronto a riabbracciare quei reperti archeologici portati via dalla Necropoli della Banditaccia negli anni ’60. A raccontare la storia di una coppia danese è stato “The Guardian”. Bent Søndergaard, scomparso ad aprile, ha sempre raccontato alla moglie e ai figli che quegli oggetti erano stati comprati da un signore che li aveva esposti nel bagagliaio dell’auto, nei pressi della Necropoli della Banditaccia, e che sosteneva di avere le autorizzazioni per poterli vendere. E così senza esitare ha deciso di prenderli e portarli con sè, oltre i confini italiani, lontani dal loro luogo di origine. E così, quei reperti, che dovrebbero provenire da una tomba etrusca e sembrerebbero databili al VI secolo avanti Cristo, sono rimasti “sepolti” in una soffitta danese per sessant’anni. Ora, però, i figli dell’uomo avrebbero deciso di restituire quel patrimonio al legittimo luogo di appartenenza. E così si sono messe in contatto con le autorità italiane per esaudire il desiderio del papà ormai scomparso. «Il nostro patrimonio archeologico – ha spiegato il sindaco Elena Gubetti appresa la notizia – è stato saccheggiato per anni da noti “tombaroli” che senza scrupolo per un bene che appartiene alla collettività ne hanno fatto una fonte inesauribile di guadagno. Non stupisce dunque leggere la notizia che un turista danese, oltre 60 anni fa avesse tranquillamente e anche un po’ ingenuamente, potuto acquistare dei reperti trafugati all’interno di quella tomba della Necropoli della Banditaccia, oggi sito Unesco da 20 anni». Il sindaco ha accolto con favore la decisione dei familiari di voler restituire il bene trafugato, invitandoli, personalmente nella città etrusca. «Sappiamo tutti che questi beni appartengono alla Stato e quindi a tutti noi – ha poi concluso il primo cittadino – ma per garantirne la tutela, come viene giustamente imposto dalla nostra Costituzione, ci vuole la partecipazione di tutti i cittadini se no, sarà sempre una tutela monca e univoca».

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