No al termovalorizzatore a Santa Palomba e in generale alle grandi opere. È il principale slogan della manifestazione dei comitati ad Albano Laziale, in quella zona dei Castelli che più di tutte rischierebbe – dicono – di subire le conseguenze di un impianto che continuano a chiamare inceneritore e la cui realizzazione doveva essere legata al Giubileo. L’imminenza della cantierizzazione porta ad intensificare la mobilitazione, il 4 ottobre alla sede di Acea, vincitrice del bando di gara, sono state consegnate due lettere per l’Ad Fabrizio Palermo, con la richiesta di rendere noti i dati tecnici e delle emissioni del termovalorizzatore. C’è poi un tema legato al territorio e alla carenza di risorse come l’acqua. I manifestanti parlano di una campagna per far credere ai romani che il nuovo impianto non inquinerà, che la Co2 sarà catturata e la Tari scenderà. Il timore ora è che possano non essere attuate procedure di legge come la Valutazione di impatto ambientale e la Conferenza di servizi, che permetterebbero al territorio di far sentire la propria voce.
