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martedì, Ottobre 15, 2024

Torvaianica, ordine di rimozione di parte del famoso ristorante di piazza Ungheria: scontro feroce col Comune di Pomezia

Dieci anni di scontro senza esclusione di colpi al Tribunale Amministrativo del Lazio del Lazio non sono bastati a stabilire se il più famoso ristorante di Torvaianica, situato nella centralissima piazza Ungheria, sorge, almeno in parte, su area demaniale ed è quindi di conseguenza parzialmente abusivo. Questa tesi, però, è quella che sostengono dal lontano 2014 sia il Comune di Pomezia che la Guardia di Finanza di Velletri. La feroce controversia legale è stata avviata dal proprietario del ristorante che si è opposto alle richieste del Comune che gli imponeva di rimuovere, senza indugi, la parte di ristorante abusivo (lo ripetiamo, secondo quanto affermano Comune di Pomezia e Guardia di Finanza di Velletri). Questa prima fase dello scontro giudiziario durata 10 anni si è appena conclusa al TAR, ma con un nulla di fatto. Il contenzioso, difatti, andrà avanti con una nuova ed ulteriore causa giudiziaria che è appena partita al Tribunale Civile di Roma. Il TAR del Lazio ha dichiarato difatti con una sentenza del 14 ottobre che il ricorso è improcedibile. Visto che il Tribunale amministrativo non sarebbe competente per cause di questa natura. La vicenda ha avuto inizio nel 2014, quando il Comune di Pomezia ha emesso un’ordinanza che richiedeva la rimozione di una veranda e di una tettoia, per un totale di circa 4 metri quadrati, ritenute realizzate su suolo demaniale. Il proprietario ha impugnato tale ordinanza, sostenendo di non aver effettuato alcuna modifica alla struttura dall’acquisto del ristorante stesso nel 2006. La sua posizione si basa sulla convinzione che le planimetrie catastali, e gli atti notarili dell’acquisto, attestino la legittimità della sua occupazione, poiché indicano che le strutture insistono su area privata. L’iter legale si è complicato ulteriormente con l’emissione di successive richieste di pagamento da parte del Comune di Pomezia a titolo di indennizzo per l’occupazione ritenuta abusiva di demanio marittimo, ossia di una porzione di piazza che sorge, per l’appunto, su area demaniale. Il ristoratore ha ricevuto intimazioni di pagamento per somme considerevoli, relative a un periodo che va dal 2004 al 2021. La questione ha sollevato interrogativi sull’effettiva demanialità dell’area in questione e sulla validità delle pretese comunali. Durante il processo, il Comune di Pomezia ha sostenuto di avere la giurisdizione in materia, contestando l’interpretazione del ricorrente e sostenendo l’esistenza di presupposti legali per il ripristino dell’area demaniale. L’iter legale si è complicato ulteriormente con l’emissione di successive richieste di pagamento da parte del Comune di Pomezia a titolo di indennizzo per l’occupazione ritenuta abusiva di demanio marittimo, ossia di una porzione di piazza che sorge, per l’appunto, su area demaniale. Il ristoratore ha ricevuto intimazioni di pagamento per somme considerevoli, relative a un periodo che va dal 2004 al 2021. La questione ha sollevato interrogativi sull’effettiva demanialità dell’area in questione e sulla validità delle pretese comunali. Durante il processo, il Comune di Pomezia ha sostenuto di avere la giurisdizione in materia, contestando l’interpretazione del ricorrente e sostenendo l’esistenza di presupposti legali per il ripristino dell’area demaniale. La vicenda, però, non si chiude qui. “Il 23 luglio 2024 – scrivono difatti i giudici del Tar – il proprietario del ristorante ha depositato l’atto di citazione proposto al Tribunale civile di Roma. Affinché sia un Tribunale Civile ad accertare l’insussistenza di alcun diritto di natura pubblica sull’area oggetto del provvedimento emesso dal Comune di Pomezia il lontano 26 ottobre 2014. E quindi per dichiararne l’illegittimità, nonché per accertare l’infondatezza delle pretese di pagamento di cui alle note emesse dal Comune in conseguenza della ritenuta occupazione abusiva di area demaniale”. Per sapere chi ha ragione speriamo solo di non dover aspettare altri 10 anni.

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