La Fiorentina ha dominato e battuto la Roma 5-1 nella nona giornata di Serie A, trovando la quinta vittoria consecutiva in tutte le competizioni. Al Franchi la formazione di Palladino ha sbloccato subito il match con Kean che al 9′ ha infilato Svilar in diagonale. La reazione dei giallorossi di Juric non c’è stata, anzi, al 17′ Beltran ha raddoppiato su rigore e Kean al 41′ ha calato il tris, pochi secondi dopo la rete di Kone che sembrava poter riaprire il match. Nella ripresa è calato il sipario sul match prima con il poker dell’ex Bove, poi con l’autorete di Hummels all’esordio con la Roma dopo l’espulsione di Hermoso. Gli scricchiolii, i rumori sinistri, le crepe nello spogliatoio e le voci mai controllate di un nuovo cambio di guida tecnica. La fragilità delle fondamenta della Roma non ha più retto e al Franchi, contro la Fiorentina ridisegnata e rinvigorita da Palladino ha ceduto sotto il peso delle responsabilità e della polvere. Il 5-1 con cui la Viola ha umiliato i giallorossi sono più di un segnale che qualcosa nella gestione Juric non funziona, per svariati motivi tutti clamorosamente in campo in Toscana sotto i colpi di una squadra, quella viola, a cui in questo momento riesce tutto. Se l’ex Bove, prodotto del vivaio romanista e spesso sulla bocca di tifosi e tecnici, ne esce trionfatore da Mvp del match poi la frittata è completa e impone riflessioni a ogni livello.
La Fiorentina è bella, forte e in palla, quasi sbloccata dall’intuizione di Palladino di rinunciare al proprio credo calcistico per trovare una nuova via, clamorosamente redditizia. Con la difesa a quattro e un centrocampo ridisegnata i viola hanno raccolto la quinta vittoria consecutiva tra campionato e coppa, ma soprattutto la retta del rendimento sul campo è in costante ascesa dopo il successo interno contro il Milan e il roboante 6-0 in casa del Lecce. Contro la Roma ai toscani è riuscito tutto da subito quello preparato a tavolino, riuscendo ad aprirsi voragini in mezzo al campo con il movimento di Adli e Colpani tra le linee e la profondità cercata e trovata da subito da Kean. Il tutto con la voglia di rivincita di Bove a metterci quel q.b. di intensità in più che ha fatto immediatamente crollare il castello costruito da Juric, rivelatosi fragile tanto quanto la situazione a Trigoria. Con due tocchi in profondità la Fiorentina si è subito e costantemente trovata davanti a Svilar con il vantaggio di Kean al 9′ a far capire a tutti l’andazzo, in primis a Juric che dopo il raddoppio su rigore di Beltran e trenta minuti di buchi è tornato sui propri passi cambiando Cristante e Angelino. Mossa che ha portato a tre azioni manovrate al limite dell’area della Fiorentina e al gol proprio del francese, con le speranze di rimonta durate però il tempo di un sospiro per il 3-1 immediato di Kean che definitivamente fatto calare il buio nella testa di giocatori, allenatore e spogliatoio. Nel secondo tempo se possibile c’è stata ancora meno storia in campo. La mossa Baldanzi largo a destra con Celik nei tre di difesa ha sbilanciato ulteriormente la Roma che a centrocampo ha continuato a non prenderla mai, lasciando ad Adli-Cataldi-Bove il compito di disegnare traiettorie e verticalizzazioni letali. Al 52′ proprio l’ex di turno ha approfittato dell’assist al bacio del francese per entrare in area in slalom contro i birilli romanista calando il poker e trattenendo l’esultanza per rispetto, più verso se stesso che al proprio passato. Al resto hanno poi pensato i veterani della Roma, sfortunati o meno che siano, immagine perfetta di una stagione nata male e proseguita fino a questo momento peggio: Hermoso e Hummels. Il primo, all’esordio stagionale da titolare in Serie A, si è fatto espellere nella ripresa nella serie di falli in ritardo, tutti uguali l’un con l’altro, con protagonisti i difendenti giallorossi; il secondo, coi primi minuti con la Roma, è stato protagonista di una sfortunata autorete. Diluvio sul bagnato che solo le parate di Svilar su Gosens e Sottil nel finale hanno evitato di trasformare in qualcosa di ancora più deprimente, se possibile.