Un colpo al lavoro nero in agricoltura grazie a un netto aumento delle giornate lavorate e delle retribuzioni totali nel 2023. Lo ha reso noto Antonio Biagioli, responsabile provinciale Uila Uil, nel corso della conferenza stampa di ieri mattina nella sede del sindacato in via Cardarelli a Viterbo. L’occasione è stata la presentazione della partita di calcio tra gli iscritti alla Uila Uil, la Asfa-Uila (associazione sportiva football africani) e l’associazione culturale islamica di Viterbo, che si svolgerà domenica prossima 3 novembre alle 9.30 al campo sportivo della parrocchia di Santa Maria della Verità. I segnali positivi, elencati da Antonio Biagioli, per fare uscire progressivamente il settore agricolo dal caporalato e dal lavoro nero sono oggettivi: 6 milioni di euro di retribuzioni in più tra il 2022 e il 2023 ai braccianti e operai agricoli; surplus di 52 mila 426 giornate lavorate con il tetto del milione superato; aumento globale delle retribuzioni, passate dai 68 milioni di euro ai 74 del 2023. «Domenica 3 novembre ci sarà la partita – ha detto Biagioli in conferenza stampa – che giocheremo contro la comunità islamica di Viterbo: sarà l’occasione per una raccolta fondi per la realizzazione di una moschea a Viterbo. Gli scopi che ci siamo prefissi con la squadra degli operai agricoli, che lavorano dal lunedì al sabato in campagna e la domenica mattina riescono a trovare due ore per gli allenamenti, sono la lotta al caporalato e il messaggio che è giusto che chi lavora si impegni con la giusta retribuzione ma anche che abbia diritto al riposo. Il caporalato non riguarda solo l’agricoltura ma anche l’alta moda e, sembra, gli orafi: per fortuna si tratta di realtà limitate. E, poi, bisogna chiarire che si lavora per vivere non il contrario. Stiamo avendo contatti per altri eventi dello stesso tipo». Biagioli sono anni che è in prima linea con il sindacato contro lo sfruttamento del lavoro agricolo e, in sinergia con altre sigle e le associazioni di categoria, ora finalmente può iniziare a gratificarsi con i primi risultati che stanno arrivando. «Ci sono poi numeri positivi – continua Biagioli – che si riferiscono al periodo 2022-2023. Purtroppo gli incidenti mortali del 2024 hanno un po’ limitato i miglioramenti che sono numeri frutto delle battaglie dell’ente bilaterale per dare incentivi a quelle aziende che sono regolari per i parametri sulla sicurezza sul lavoro e che hanno tutti i lavoratori con almeno 51 giornate di lavoro, necessarie per avere diritto alla malattia e a tutti i diritti. Chi non raggiunge almeno 51 giornate lavorate è un fantasma nei campi». Biagioli ha quindi snocciolato i numeri per cui «ci sono state 52 mila 426 giornate lavorate in più tra il 2022 e il 2023 passando da 962.516 a 1 milione 17 mila 924. Questo ha permesso un netto aumento delle retribuzioni erogate passando dai 67 milioni 892 mila 688 euro ai 74 milioni 186 mila 193 euro».