La nave della Marina militare Libra, preposta al trasferimento dei migranti nei centri italiani in Albania, tornerà all’inizio della prossima settimana nel Mediterraneo centrale. Al momento la nave è ancora a Messina. L’imbarcazione, come anticipato oggi da alcuni quotidiani, monitorerà l’eventuale flusso di arrivi di migranti per poi, quindi, accoglierli a bordo ed organizzare un eventuale nuovo trasferimento nell’hotspot di Shengjin in Albania per quelli che rientrano nelle categorie previste dal protocollo con il governo di Tirana. Dopo la falsa partenza del trasferimento dei migranti in Albania, il rimpatrio e il successivo scontro con i magistrati, non sono finiti gli scogli da affrontare per il governo, già pronto a far tornare in mare la nave Libra della Marina Militare. Questa volta la polemica riguarda i costi dell’ “operazione Albania”. Sotto accusa le spese destinate per gli agenti impiegati nei due centri di Shengjin e Gjider. Nove milioni di euro l’anno. A tanto potrebbe arrivare il costo per vitto, alloggio e servizi di lusso per i 300 appartenenti alle forze di polizia italiane operanti in Albania. La scelta di ospitarli in hotel a 4 stelle con tutti i comfort, piscina inclusa, ha scatenato un’accesa polemica politica. I dati sono scritti nei documenti del Viminale, relativi al Dipartimento della Pubblica Sicurezza
“L’accordo con l’Albania continua a far danni” afferma la segretaria del Pd, Elly Schlein. “Alle violazioni dei diritti umani di un’operazione che la giustizia ha già bollato come illegittima – sottolinea – si aggiunge ancora l’enorme spreco di denaro proprio mentre il governo arranca con una Manovra recessiva che non garantisce i servizi essenziali, primo fra tutti la sanità pubblica. È uno scandalo, perpetuato anche ai danni dei cittadini italiani. Giorgia Meloni brucia altri milioni di soldi pubblici per ospitare nei resort albanesi le forze dell’ordine italiane. Agenti che sarebbero molto più utili in Italia”. Sullo stesso tasto batte il leader di Iv, Matteo Renzi: “Quei poliziotti, quei carabinieri servirebbero nelle stazioni, nelle periferie, nelle strade italiane. Non nei resort albanesi. Stiamo buttando i soldi dei contribuenti italiani per un’operazione che non serve a nulla”.
Fonti degli Interni spiegano però che “l’importo rappresenta la spesa massima stimata nel caso in cui fosse utilizzata l’intera aliquota di personale di vigilanza prevista” e che “la scelta delle strutture è stata effettuata tenuto conto degli standard indicati dagli accordi sindacali”. In ogni caso, si tratta di una spesa minima rispetto ai costi dell’intera operazione Albania. I numeri li ha forniti lo stesso ministro dell’Interno Piantedosi rispondendo a un question time alla Camera lo scorso 16 ottobre: “Lo stanziamento previsto, che potrà anche rivelarsi superiore ai costi effettivi, è riferito all’arco di cinque anni e consiste in 134 milioni di euro all’anno”. Secondo il ministro si tratta di “un investimento” che consentirà di abbassare le spese per la gestione della prima accoglienza straordinaria “che oggi sono pari a circa un miliardo e 700 milioni all’anno”.