Dopo la presidente del Comitato cittadino per il diritto alla casa Stefania Abbatiello, anche l’Unione Inquilini di Civitavecchia si scaglia contro il Commissario straordinario dell’Ater Massimiliano Fasoli che in una dichiarazione aveva detto espressamente che sulle case Ater intende favorire il social housing piuttosto che assegnare le abitazioni agli aventi diritto, perché sarebbe una sorta di ghettizzazione.
“L’Ater non metterà a disposizione nuovi alloggi per l’assegnazione alle famiglie in graduatoria del bando comunale per le case popolari – dice in una nota l’Unione Inquilini – non ci saranno nuove case da assegnare in edilizia sovvenzionata, perché i finanziamenti regionali serviranno per l’housing sociale, per fornire cioè alloggi a chi ha un reddito tra 25 mila e 49 mila euro, e per categorie particolari di richiedenti individuati secondo criteri ampiamente discrezionali. Il commissario, sostiene che questa scelta è in linea con la nuova politica inaugurata dal presidente della Regione Rocca e concordata con l’assessore regionale alle case popolari Ciacciarelli, per cui oltreché a Roma, l’housing sociale verrà riversato su tutto il litorale, a Civitavecchia e a Santa Marinella. Dunque senza risorse pubbliche per l’edilizia popolare, rimarranno esclusi i precari della casa, quelli che hanno più bisogno di un’abitazione dignitosa perché versano in condizioni economiche difficili e vivono in disagio abitativo grave. Ancora una beffa per chi attende da anni in graduatoria Erp e si vede ancora una volta negato il diritto ad una abitazione dignitosa. Così l’Ater, senza confrontarsi con nessuno del territorio, neppure col Comune, agisce disattendendo il suo stesso scopo istituzionale primario, scavalcando e sostituendosi arbitrariamente alle competenze dell’amministrazione comunale in materia di politica dell’abitare, di contrasto alla povertà e all’esclusione sociale. Questa, dunque, è la politica abitativa che si intende attuare a Santa Marinella e a Civitavecchia? L’Amministrazione comunale saprà reagire immediatamente, riappropriarsi del ruolo che le compete o si limiterà a gestire un bando Erp che certifica solo la graduatoria del bisogno a cui non sa dare risposta? Fino a quando i politici locali e regionali continueranno a rimanere silenti ed inerti, di fronte ad una situazione di questo genere che colpisce i ceti più deboli e aggrava pericolosamente le disuguaglianze ed il disagio sociale già tanto diffusi in città?”.