La regione Lazio si prepara ad affrontare un significativo sciopero del trasporto pubblico locale il prossimo 8 novembre, quando tutte le modalità di trasporto, comprese metropolitane, autobus e tram, si fermeranno per 24 ore.
La protesta è stata indetta da tutte le organizzazioni sindacali firmatarie del contratto nazionale, unite nella richiesta di migliorare le condizioni lavorative e di sicurezza per il personale.
Il tema delle aggressioni ai lavoratori del Tpl è diventato centrale nel dibattito pubblico, con un aumento allarmante di episodi di violenza, sia fisica che verbale, che si verificano quotidianamente.
Viviana Flamigni, funzionaria della Filt Cgil, ha evidenziato come questi attacchi colpiscano in particolare il personale “frontline”, ossia coloro che operano a diretto contatto con l’utenza, come autisti e controllori. “Non possiamo più ignorare il fatto che le aggressioni si stanno intensificando. È necessario un cambiamento di mentalità e di intervento”, ha affermato Flamigni.
Particolarmente preoccupanti sono stati alcuni recenti episodi di aggressioni a morsi, che testimoniano la gravità della situazione.
L’uso di violenza fisica non si limita a pugni e insulti, ma si estende a forme di aggressione che mettono in pericolo la salute e la sicurezza dei lavoratori. Questo clima di violenza ha indotto molti professionisti a lasciare il settore, rendendo difficile il reclutamento di nuovi autisti e personale.
Salvatore Pellecchia, segretario generale della Fit Cisl, ha ricordato che il protocollo di sicurezza firmato nel 2022 deve essere implementato con urgenza.
“Non siamo all’anno zero, ma ora è fondamentale chiudere il cerchio e adottare misure concrete per proteggere i lavoratori. Le aggressioni, inclusi attacchi a morsi, non sono più episodiche; stanno diventando una costante nel nostro settore”, ha sottolineato Pellecchia.
Roberto Napoleoni, segretario nazionale della Uiltrasporti, ha fornito dati preoccupanti, affermando che solo nel 2022 si sono registrate oltre 300 aggressioni fisiche ai danni di lavoratori del Tpl. “Questo è solo un dato parziale, poiché non tutte le aggressioni vengono segnalate. Il vero numero è probabilmente il doppio o il triplo”, ha dichiarato Napoleoni, chiedendo un monitoraggio sistematico del fenomeno.
In vista dello sciopero, i sindacati hanno già annunciato che si svolgerà una manifestazione nazionale a Roma, davanti al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, per mettere pressione sulle istituzioni affinché rispondano alle esigenze del settore. Le richieste sono chiare: un aumento delle risorse destinate al Tpl, investimenti in sicurezza e un rinnovo contrattuale che garantisca condizioni di lavoro dignitose. La situazione nel Lazio è emblematicamente rappresentativa di un problema nazionale che coinvolge milioni di cittadini, i cui disagi quotidiani sono aggravati dall’inefficienza del servizio pubblico. La speranza dei lavoratori è che la mobilitazione dell’8 novembre possa portare a un cambiamento reale e significativo, che non solo migliori le condizioni di lavoro, ma contribuisca anche a garantire un servizio più sicuro e di qualità per tutti gli utenti. Un autista di autobus a Roma, dopo 25 anni di servizio ha subito due aggressioni fisiche importanti, minacciato con un coltello la prima volta, con una bottiglia rotta la seconda. Oggi esprime la paura e la frustrazione del personale del trasporto pubblico, spesso bersaglio della rabbia dei passeggeri per ritardi che non dipendono dagli autisti, ma da traffico e guasti. Gli autisti, sottoposti a controlli costanti tramite GPS, vengono regolarmente aggrediti e insultati per motivi fuori dal loro controllo. La situazione è diventata simile a quella del personale sanitario nei pronto soccorso, con episodi di violenza frequenti anche per semplici richieste, come spegnere una sigaretta a bordo, che possono scatenare reazioni aggressive.