martedì, Novembre 5, 2024

La Festa delle Forze Armate celebrata a Roma

106 anni fa il bollettino della Vittoria Italiana nella Grande Guerra, quella 1915/18, firmato dal Generale Armando Diaz, Capo di Stato Maggiore del Regio Esercito, che l’anno dopo sarà insignito dal Re Vittorio Emanuele II del significativo titolo di Duca della Vittoria. Questa ricorrenza da subito fu vista come giornata e festa delle Forze Armate che allora furono impegnate nel primo conflitto dell’Italia unitaria, contribuendo anche ad amalgamare il paese proprio nelle trincee, facendo incontrare uomini provenienti da tutte le regioni, che spesso mai fino allora si erano spinti oltre la propria realtà locale. Questa mattina alle 9 il Capo dello Stato, accolto per gli onori da un battaglione interforze, sarà all’Altare della Patria con le alte cariche del paese per la deposizione di una corona di alloro alla tomba di quel milite ignoto, che rappresenta i caduti italiani in tutte le guerre, che proprio 103 anni, il 4 novembre del 1921, fa fu collocato nel sacello del Monumento a Vittorio Emanuele II padre della Patria. Istituita nel 1922 come Festa della Vittoria, caduta un po’ nell’oblio nel 1977 per il taglio di alcune festività, due anni fa su indicazione del presidente Mattarella, anche per non sottolineare una vittoria militare su un altro Paese membro dell’Unione Europea, acquisì la denominazione di “Giornata dell’Unità nazionale e delle Forze armate”. Fino agli anni 90, la tradizione tanto cara ai bambini ma pure agli adulti, che sarebbe auspicabile ripristinare, era l’apertura al pubblico delle caserme con un avvicinamento tra popolo e le Forze armate. Dal centenario del 2018, invece la Festa si celebra ogni anno in una città diversa.

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