martedì, Dicembre 24, 2024

È allarme sul nuovo Codice Doganale: parte da Civitavecchia il grido della categoria

Dal porto di Civitavecchia parte un forte grido di allarme, con Giovanni La Rosa, presidente del Consiglio Territoriale dei Doganalisti del Lazio e dell’Abruzzo, che si fa portavoce delle preoccupazioni della categoria. «A nome dei Doganalisti di Civitavecchia – ha dichiarato – e dopo aver ascoltato le preoccupazioni di Agenti Marittimi e Case di Spedizionieri, esprimo un forte allarme per la sorte dei traffici merci portuali. Con il Nuovo Codice Doganale Italiano, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 3 ottobre 2024, c’è un reale rischio di fuga dei traffici verso altri paesi UE». La nuova normativa introduce sanzioni severe, come sequestro, confisca delle merci e rinvio a giudizio per contrabbando, persino in presenza di semplici errori formali nelle dichiarazioni doganali. Un passo indietro che, secondo i doganalisti, riporta la gestione del settore al 1975, quando la “dichiarazione in buona fede” era ancora penalmente perseguibile. Una scelta che si contrappone alla modernizzazione degli scambi internazionali e alle tendenze dell’UE per una gestione snella e sburocratizzata. Le associazioni di categoria segnalano un rischio concreto: che le merci in transito si spostino verso paesi con regolamentazioni doganali meno stringenti, pur rispettando le linee guida comunitarie. Questa deviazione dei flussi comporterebbe una perdita di circa tre miliardi di euro per le casse italiane, un danno rilevante che andrebbe a tutto vantaggio dei porti concorrenti dell’Unione Europea. Scali che oggi, avendo faticato e non poco a rialzare la testa dopo il Covid, con la crisi dovuta alle guerre e ai problemi al canale di Suez, non possono permettersi una simile prospettiva. Il nuovo Codice Doganale, oltre alle pesanti sanzioni, restringe il numero dei tribunali competenti alle sole otto sedi abilitate alle procedure doganali. Questo rallentamento burocratico, secondo La Rosa, mina la rapidità che caratterizza le operazioni doganali, indispensabile per la competitività del settore. «Si spera – conclude – in una rapida revoca o modifica del provvedimento, per allinearlo agli standard UE e tutelare il sistema portuale e aeroportuale italiano, che ha bisogno di normative agili e moderne per sostenere le sfide del mercato globale».

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