Terremoto ai vertici di Israele. A sorpresa, il premier Benjamin Netanyahu ha annunciato la rimozione del ministro della Difesa, Yoav Gallant: a rimpiazzarlo, il fedelissimo Israel Katz, che lascia la casella degli Esteri. Un cambio, ha motivato Netanyahu, dettato da “significative divergenze” sulla gestione del conflitto con Gaza, in un momento in cui il pressing delle diplomazie occidentali per il cessate il fuoco si fa sempre più intenso e l’Iran insiste con le sue minacce. Dopo la notizia del licenziamento di Gallant migliaia di dimostranti si sono radunati spontaneamente nei pressi della residenza privata di Netanyahu a Gerusalemme. Si sono registrati scontri tra la polizia e i manifestanti. Lo Stato ebraico ha dichiarato di aver ucciso il capo dell’intelligence di Hezbollah per la Siria in un raid su Damasco. E’ salito a 20 morti e 14 feriti il bilancio delle vittime del raid aereo israeliano che ieri ha colpito un edificio residenziale nella località costiera libanese di Barja, a sud di Beirut. Lo riferisce il Ministero della Salute locale, citato dai media libanesi. L’emittente Al Hadath afferma che l’obiettivo dell’attacco era Abdullah Ibrahim, un leader di Hezbollah. L’edificio centrato dal raid si trova vicino alla scuola Kamal Jumblatt, che secondo le autorità locali attualmente ospita circa 600 sfollati. Il 32% degli statunitensi ritiene eccessivo il sostegno a Israele, mentre per il 31% è invece insufficiente: è quanto risulta da un sondaggio della Edison Research pubblicato dalla Reuters.