giovedì, Novembre 7, 2024

Biden: “Assicurerò una transizione pacifica e ordinata”

Dopo Kamala Harris, tocca a Joe Biden parlare alla Nazione della sconfitta inflitta da Trump e dettare le linee della transizione. “Per oltre duecento anni – ha detto Biden – l’America ha portato avanti un grande esperimento: il popolo vota e sceglie il leader in modo pacifico. Ieri mi sono congratulato con il presidente eletto Trump. Lavorerò con il suo team per garantire una transizione ordinata e pacifica”, ha detto, lodando poi il cammino di Kamala Harris nella corsa elettorale. “Ha portato avanti una campagna che è stata fonte di ispirazione. Lei ha la scorza dura, ha un carattere forte, ha dato tutta se stessa e lei e il suo team devono essere orgogliosi della loro campagna elettorale”, ha dichiarato nel suo discorso alla Nazione. “Noi accettiamo la scelta fatta dal Paese. Non puoi amare il Paese solo quando vinci, non puoi amare il vicino solo quando concordi con lui”, ha continuato Biden. “Dobbiamo far scendere la temperatura e mantenere l’integrità del sistema elettorale americano che è onesto, giusto e trasparente. Possiamo fidarci del nostro sistema elettorale, anche quando perdiamo. Farò il mio dovere come presidente: onorerò la Costituzione e il 20 gennaio ci sarà un trasferimento pacifico del potere”. “Questa è stata una presidenza storica, abbiamo cambiato la vita di molte persone, ma ci vuole del tempo per portare avanti questi progetti. Ci sono tante cose che possiamo fare grazie alle leggi che abbiamo approvato. Lasciamo l’economia più forte del mondo, ora abbiamo 74 giorni per finire il mandato e abbiamo la responsabilità di rendere fondamentale ogni giorno”, ha detto Biden, ricordando che “abbiamo perso una battaglia, l’America vi chiede di rialzarvi, questa è la storia di tutti noi”, ha concluso. L’intervento del presidente giunge all’indomani del discorso con il quale Kamala Harris ha concesso la vittoria a Donald Trump, promettendo di mantenere viva la “lotta che ha animato questa campagna”. Nella serata di mercoledì, in un messaggio, lo stesso Biden si era detto certo che Harris “continuerà la lotta con determinazione e gioia”. Biden, rimasto finora lontano dai riflettori, ha già telefonato a Trump, invitandolo a un incontro alla Casa Bianca, a cui il presidente eletto ha accettato di partecipare. A dispetto dei sondaggi che davano Donald Trump e Kamala Harris ‘vicini’, anzi vicinissimi, quella di Kamala Harris alle presidenziali americane del 5 novembre 2024 è stata una sonora sconfitta. Il tycoon ha preso molti più voti di quelli che i pronostici prevedevano, ha conquistato tutti gli Stati chiave, e in più la sinistra ha perso anche il Senato. Gli errori, dicono gli esperti, sono stati molti, dalla discesa in campo come subentro a Joe Biden che partiva come candidato uscente (e non destinato in modo evidente alla rielezione) alla scelta di non discostarsi da lui in nulla, evitando una qualunque linea di discontinuità che invece avrebbe potuto fruttare forse qualcosa, dall’aver puntato troppo su personaggi del mondo della musica e dello spettacolo (due su tutti, Taylor Swift e Julia Roberts). Tra gli errori che gli analisti attribuiscono alla corsa di Harris c’è prima di tutto la presenza ingombrante di Joe Biden. Il suo nome non era sulla scheda elettorale, ma la storia probabilmente ricorderà la schiacciante sconfitta della vicepresidente come una sua sconfitta personale. Il presidente ha lasciato la corsa elettorale solo 107 giorni prima delle elezioni, una mossa che molti critici democratici ritengono abbia compromesso irrimediabilmente le possibilità del partito di mantenere la Casa Bianca. “La responsabilità principale di questa sconfitta è di Biden,” ha dichiarato Andrew Yang, ex candidato alla presidenza nel 2020 e sostenitore di Harris, aggiungendo che, se Biden si fosse ritirato a gennaio, il risultato sarebbe potuto essere diverso. La campagna della Harris ha faticato a trovare una linea distintiva nel poco tempo disponibile, questa è la tesi. I suoi strategisti sostengono che un ritiro di Biden all’inizio dell’anno avrebbe permesso di tenere primarie interne che avrebbero dato all’elettorato la possibilità di conoscere meglio Kamala e i suoi piani per il futuro del Paese. “Harris ha dovuto risalire una china troppo ripida,” ha commentato David Plouffe, consigliere della campagna, su X (ex Twitter).

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