lunedì, Novembre 25, 2024

Germania, è crisi di governo: Scholz licenzia il ministro delle Finanze, il liberale Lindner

Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha licenziato il ministro delle Finanze Christian Lindner. Christian Lindner aveva proposto di tornare al voto all’inizio del 2025 agli alleati di governo Olaf Scholz e Robert Habeck. Proposta nettamente rifiutata dal cancelliere che ha provveduto al “licenziamento” del suo ministro. Scholz ha motivato la decisione con la necessità di “evitare danni al nostro Paese, troppe volte ha tradito la mia fiducia”, ha affermato. Scholz ha poi aggiunto che a metà gennaio “chiederà la fiducia al Parlamento”.
Lindner: Scholz non ha la forza per dare a Germania nuovo inizio “Purtroppo Olaf Scholz ha dimostrato di non avere la forza di dare al nostro Paese un nuovo inizio. Invece, da questo pomeriggio, il Cancelliere federale ha chiesto che io sospenda il freno al debito nella Legge fondamentale. Non potevo accettare”. Ha invece detto l’ormai ex ministro delle Finanze Christian Lindner.
La risposta del cancelliere al suo ministro ribelle è arrivata a meno di due ore dall’inizio del vertice di coalizione: Lindner ha chiesto di andare al voto anticipato, a gennaio 2025. Ma quello che avrebbe dovuto essere un summit per ricomporre la crisi avviata dai liberali è diventato invece la miccia che rischia di far implodere il governo.
I diversi incontri di questi giorni per risolvere la crisi del governo tedesco hanno mostrato che fra Spd, Verdi e liberali non ci sono abbastanza punti in comune per arrivare alla svolta economica chiesta a gran voce dal ministro delle finanze, ha scritto la Bild. Si tratta dell’enfant terrible – è il caso di ricordare – che fece saltare le trattative della coalizione “giamaica” (con Verdi e Cdu) nell’era Merkel. E che da settimane ha inasprito i toni con i colleghi di governo a causa delle durissime sconfitte elettorali nei Laender dell’est e dei sondaggi federali che danno l’FDP al 4% e dunque fuori dal parlamento alle prossime elezioni.
La mossa di Lindner era quanto meno temeraria. Ancor di più nella Berlino stordita dal successo di Donald Trump, che rappresenta per la Germania una nuova enorme sfida. I socialdemocratici e i verdi sono infatti dell’idea che il cambio radicale a Washington imponga ai tre partiti arrivati ai ferri corti di restare in sella, per dotare i tedeschi di un bilancio e difendersi dalle conseguenze (che saranno anche economiche) delle elezioni americane. I liberali propendevano invece per la linea contraria: proprio il voto degli Usa impone ai tedeschi di cambiare rotta subito, reagendo alla crisi con una stretta sui conti.
La crisi però matura da mesi, e il vertice decisivo, in corso dalle 18 in cancelleria, era annunciato. Fin dalle prime battute era trapelato che il leader dei liberali pensava di lasciare il governo senza un accordo sul suo pacchetto per la “Svolta economica”, mentre i ministri della Giustizia e dei Trasporti, pure in quota Fdp, erano contrari e avrebbero spinto per restare. Ma il ministro ha avuto il sostegno del gruppo parlamentare al negoziato di stasera, clamorosamente fallito.
A Berlino si respira da giorni una grande incertezza: Scholz, Habeck e Lindner si sono incontrati già tre volte in tre giorni, per discutere della crisi. Il cancelliere e il ministro delle finanze ribelle si sono visti già domenica sera, con una bilaterale. Ed è già intervenuto anche il presidente della Repubblica, Frank Walter Steinmeier, che tiene i contatti col Kanzler e ha ricevuto il capo dell’opposizione Friedrich Merz (della Cdu), probabile prossimo cancelliere.
Il buco di bilancio e le possibili soluzioni Il nodo sul buco del bilancio tedesco ancora da saldare vede fronti contrapposti sulle soluzioni da settimane: Scholz ha tenuto un vertice con l’industria, escludendo i due sodali, Habeck ha proposto un fondo di investimenti, e Lindner voleva tagliare le spese sulle politiche del clima, sul reddito di cittadinanza e i sussidi all’Est, e ridurre le tasse sulle società. Un compromesso sembrava a tutti impossibile, anche perché i socialdemocratici avevano già respinto con decisone il documento del ministro, ritenuto un vero e proprio punto di rottura. I rumors si sono rincorsi per tutta la giornata. Fino al licenziamento eclatante.
Ipotesi elezioni a marzo Settimane fa una fonte autorevole dell’SPD aveva chiarito che i socialdemocratici avrebbero fatto capire chi detta la linea nella coalizione del Kanzler senza escludere una cacciata dei liberali. È quello che è accaduto. Spd e Verdi potrebbero decidere di andare avanti con un governo di minoranza. Una delle opzioni più probabili è quella di elezioni anticipate ad inizio marzo 2025.

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