sabato, Dicembre 28, 2024

Clima, guerre, povertà e fame nel documento finale del G20. Rio, specchio delle divisioni del mondo

Il lavoro degli sherpa ha prodotto la risoluzione finale del G20 di Rio de Janeiro. Il documento base su cui si dovrebbe raggiungere l’accordo complessivo e che prevede l’impegno comune su temi quale il clima, le guerre in corso in Ucraina e Medioriente, la povertà e la lotta alla fame. Nella dichiarazione dei leader del G20 manca un impegno stringente sulle risorse per sostenere i Paesi in via di sviluppo per affrontare i cambiamenti climatici. Nel testo si riconosce genericamente “la necessità di catalizzare e incrementare gli investimenti da tutte le fonti e i canali per colmare il divario di finanziamento delle transizioni energetiche a livello globale, soprattutto nei paesi in via di sviluppo”. E i capi di Stato e di governo riaffermano inoltre “che quest’ultimi devono essere sostenuti nella loro transizione verso basse emissioni di carbonio”, con l’impegno a “facilitare i finanziamenti a basso costo per loro”. La discussione sul dossier in realtà è domani, e alcuni paesi potrebbero mostrare sensibilità diverse – spiegano fonti diplomatiche – ma questa è la formula su cui gli sherpa sono riusciti a raggiungere un accordo. D’altra parte, la Cop29 di Baku deve stabilire un nuovo obiettivo per l’ammontare dei finanziamenti che i paesi sviluppati, le banche multilaterali e il settore privato dovrebbero destinare ai paesi in via di sviluppo. Secondo i Paesi occidentali, e più in particolare l’Europa, un obiettivo ambizioso può essere concordato solo se si amplia la base dei contribuenti includendo alcuni dei paesi in via di sviluppo più ricchi, come ad esempio la Cina e i produttori di petrolio del Medio Oriente. Ma anche al G20, dove siedono le economie più potenti, le discussioni nei giorni scorsi si sono arenate, con le nazioni europee che spingevano per un maggior numero di paesi a contribuire e i paesi in via di sviluppo come il Brasile che si opponevano. Nella dichiarazione dei leader al vertice del G20 appena adottata si afferma che “per quanto riguarda specificamente la guerra in Ucraina, ricordando le nostre discussioni a Nuova Delhi, sottolineiamo la sofferenza umana e gli impatti negativi aggiunti della guerra per quanto riguarda la sicurezza alimentare ed energetica globale, le catene di approvvigionamento, la stabilità macrofinanziaria, l’inflazione e la crescita”. “Accogliamo con favore tutte le iniziative pertinenti e costruttive che sostengono una pace globale, giusta e duratura – si legge nel testo – sostenendo tutti gli scopi e i principi della carta delle Nazioni Unite per la promozione di relazioni pacifiche, amichevoli e di buon vicinato tra le nazioni”. Nel paragrafo della dichiarazione che riguarda “la striscia di Gaza e per l’escalation in Libano” i leader del G20 si dicono “uniti nel sostenere un cessate il fuoco globale a gaza, in linea con la risoluzione n. 2735 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, e in Libano, che consenta ai cittadini di tornare in sicurezza alle loro case su entrambi i lati della linea blu”. Inoltre, nel testo si afferma “il diritto palestinese all’autodeterminazione” e si ribadisce “l’incrollabile impegno per la visione della soluzione dei due stati, in cui Israele e uno stato palestinese vivono fianco a fianco in pace all’interno di confini sicuri e riconosciuti, coerentemente con il diritto internazionale e le pertinenti risoluzioni delle Nazioni Unite”. Il lavoro degli sherpa ha prodotto la risoluzione finale del G20 di Rio de Janeiro. Il documento base su cui si dovrebbe raggiungere l’accordo complessivo e che prevede l’impegno comune su temi quale il clima, le guerre in corso in Ucraina e Medioriente, la povertà e la lotta alla fame.

Il compromesso sul clima
Nella dichiarazione dei leader del G20 manca un impegno stringente sulle risorse per sostenere i Paesi in via di sviluppo per affrontare i cambiamenti climatici. Nel testo si riconosce genericamente “la necessità di catalizzare e incrementare gli investimenti da tutte le fonti e i canali per colmare il divario di finanziamento delle transizioni energetiche a livello globale, soprattutto nei paesi in via di sviluppo”. E i capi di Stato e di governo riaffermano inoltre “che quest’ultimi devono essere sostenuti nella loro transizione verso basse emissioni di carbonio”, con l’impegno a “facilitare i finanziamenti a basso costo per loro”.

La discussione sul dossier in realtà è domani, e alcuni paesi potrebbero mostrare sensibilità diverse – spiegano fonti diplomatiche – ma questa è la formula su cui gli sherpa sono riusciti a raggiungere un accordo. D’altra parte, la Cop29 di Baku deve stabilire un nuovo obiettivo per l’ammontare dei finanziamenti che i paesi sviluppati, le banche multilaterali e il settore privato dovrebbero destinare ai paesi in via di sviluppo. Secondo i Paesi occidentali, e più in particolare l’Europa, un obiettivo ambizioso può essere concordato solo se si amplia la base dei contribuenti includendo alcuni dei paesi in via di sviluppo più ricchi, come ad esempio la Cina e i produttori di petrolio del Medio Oriente. Ma anche al G20, dove siedono le economie più potenti, le discussioni nei giorni scorsi si sono arenate, con le nazioni europee che spingevano per un maggior numero di paesi a contribuire e i paesi in via di sviluppo come il Brasile che si opponevano .

Emergenza climatica, il tema trattato dal G20 a Rio nella dichiarazione finale deve arrivare ad un compromesso
Emergenza climatica, il tema trattato dal G20 a Rio nella dichiarazione finale deve arrivare ad un compromesso (Getty)
19/11/2024
La dichiarazione congiunta sulla guerra in Ucraina
Nella dichiarazione dei leader al vertice del G20 appena adottata si afferma che “per quanto riguarda specificamente la guerra in Ucraina, ricordando le nostre discussioni a Nuova Delhi, sottolineiamo la sofferenza umana e gli impatti negativi aggiunti della guerra per quanto riguarda la sicurezza alimentare ed energetica globale, le catene di approvvigionamento, la stabilità macrofinanziaria, l’inflazione e la crescita”. “Accogliamo con favore tutte le iniziative pertinenti e costruttive che sostengono una pace globale, giusta e duratura – si legge nel testo – sostenendo tutti gli scopi e i principi della carta delle Nazioni Unite per la promozione di relazioni pacifiche, amichevoli e di buon vicinato tra le nazioni”. Per Gaza e Medio Oriente, cessate il fuoco e due popoli e due Stati
Nel paragrafo della dichiarazione che riguarda “la striscia di Gaza e per l’escalation in Libano” i leader del G20 si dicono “uniti nel sostenere un cessate il fuoco globale a gaza, in linea con la risoluzione n. 2735 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, e in Libano, che consenta ai cittadini di tornare in sicurezza alle loro case su entrambi i lati della linea blu”. Inoltre, nel testo si afferma “il diritto palestinese all’autodeterminazione” e si ribadisce “l’incrollabile impegno per la visione della soluzione dei due stati, in cui Israele e uno stato palestinese vivono fianco a fianco in pace all’interno di confini sicuri e riconosciuti, coerentemente con il diritto internazionale e le pertinenti risoluzioni delle Nazioni Unite”. Palestinesi sfollati in fuga da Beit Lahia, Striscia di Gaza settentrionale, camminano sulla strada principale Salah al-Din. La crisi Mediorientale all’interno della dichiarazione finale. Conferma risoluzione Onu e due popoli e due Stati. Sull’Ucraina si esprime la volontà di apprezzare e sollecitare ogni azione volta alcessate il fuoco e alla fine della guerra
Palestinesi sfollati in fuga da Beit Lahia, Striscia di Gaza settentrionale, camminano sulla strada principale Salah al-Din. La crisi Mediorientale all’interno della dichiarazione finale. Conferma risoluzione Onu e due popoli e due Stati. Sull’Ucraina si esprime la volontà di apprezzare e sollecitare ogni azione volta alcessate il fuoco e alla fine della guerra (Afp)
“Accogliamo con favore l’Unione Africana come membro a pieno titolo del g20. La voce dell’Africa dovrebbe essere amplificata nel g20 e in tutti gli altri forum internazionali”. Si legge nella dichiarazione dei leader del g20 di Rio. “Ribadiamo il nostro forte sostegno all’Africa, anche attraverso il compact con l’Africa e l’iniziativa del g20 sul sostegno all’industrializzazione in Africa e nei paesi meno sviluppati, e sosteniamo l’Unione Africana nel realizzare l’integrazione commerciale ed economica e le aspirazioni della sua agenda 2063, mentre entra nel suo secondo decennio di attuazione”, prosegue il testo.

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