Con l’accusa di aver violentato una allieva della scuola di vela del Reale circolo canottieri Tevere Remo di Anzio, l’istruttore Giulio D’Amico, 24 anni, rischia di finire sotto processo: la Procura di Velletri ha disposto la chiusura indagine. La vittima, secondo gli inquirenti, è Claudia (nome di fantasia), 16 anni, iscritta nella sede distaccata della cittadina balneare dello storico circolo quando avrebbe subito abusi. Che, come ha raccontato la giovane nell’incidente probatorio, sarebbero avvenuti la notte tra il 13 e il 14 luglio del 2023 a Lavinio, nella casa dell’indagato. Secondo i magistrati quella di Claudia è stata una deposizione convincente. Adesso D’Amico, che il circolo ha sollevato dall’attività subito dopo la denuncia, ha la possibilità di rendere un interrogatorio difensivo per dare la sua versione dei fatti. Passaggio che potrebbe essere determinante. L’istruttore potrebbe fornire elementi mai emersi finora, tuttavia decisivi per spingere il pm a presentare una richiesta di archiviazione o rinviarlo a giudizio. Il 24enne è figlio di Giuseppe D’Amico, socio del circolo, consigliere della Fiv (Federazione italiana vela). Ecco la ricostruzione della vicenda fatta da Claudia la sera del 13 luglio di due anni fa: la ragazza dorme nella foresteria del circolo, come altri ragazzi che partecipano ai corsi di vela. Sport che Claudia pratica con passione. Fa gare e la sua esperienza le vale il posto di aiuto istruttrice in diversi corsi. Tra cui quello che dirige D’Amico, difeso degli avvocati Valerio Spigarelli e Francesco Verri. Lei ne diventa il suo braccio destro, condizione che finisce per far nascere un rapporto di amicizia. Ma nulla di più. Quella sera Claudia, D’Amico e un terzo allievo dello stesso corso, minorenne come la (presunta) vittima, decidono di lasciare la foresteria. Il regolamento del circolo è chiaro. D’Amico, in quanto maggiorenne, non deve frequentare delle allieve non ancora diciottenni all’infuori dall’attività sportiva. Vige, pertanto, il divieto assoluto di abbandonare la sede distaccata con Claudia e il suo amico. Come lo sarebbe con chiunque altro ancora minorenne. Dove vanno i tre? A casa del ventiquattrenne, che ha una villa a Lavinio, a pochi chilometri di distanza da Anzio. Secondo il racconto di Claudia, bevono alcolici. Il suo amico si addormenta. E in quel frangente, la giovane, come ha riferito nell’incidente probatorio, denuncia di essere stata violentata. Il primo cui lo racconta è l’amico appena si risveglia: lei, sconvolta, gli dice quello che sarebbe successo. A quel punto, con una scusa, Claudia e l’amico chiedono di essere riportati al Circolo. D’Amico, tranquillo, li riaccompagna subito. A quel punto Claudia, sotto choc, prende un pennarello e si sfoga su una lavagna. Poi presenta, insieme al padre, una denuncia ai carabinieri.