La Corte penale internazionale ha emesso mandati di arresto per Benjamin Netanyahu e l’ex ministro della Difesa Yoav Gallant. Il premier israeliano ha parlato di “decisione antisemita”, aggiungendo che “Israele respinge con disgusto le azioni e le accuse assurde e false contro di lui da parte della Corte Penale internazionale, che è un organismo politico parziale e discriminatorio”. E ancora, si legge nella nota, “non c’è niente di più giusto della guerra che Israele conduce a Gaza dal 7 ottobre 2023 contro Hamas”. Il ministro degli Esteri olandese Caspar Veldkamp ha dichiarato che i Paesi Bassi sono pronti a eseguire il mandato d’arresto per Netanyahu e Gallant. Continuano intanto i raid su Gaza: all’alba le forze israeliane hanno lanciato un attacco aereo nella zona nord della Striscia: oltre 80 i morti e più di 100 i feriti. Gli Stati Uniti pongono il veto alla bozza di risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu che chiedeva un cessate il fuoco immediato a Gaza. “Per la fine della guerra serve il rilascio degli ostaggi”, ha detto il vice ambasciatore americano all’Onu Robert Wood. Hamas replica: “Usa responsabili del genocidio”. I Paesi Bassi eseguiranno il mandato d’arresto della Corte penale internazionale contro il premier israeliano Benyamin Netanyahu, l’ex ministro della Difesa Yoav Gallant e il leader di Hamas Deif (che Israele ritiene però di aver ucciso). Lo ha detto il ministro degli Esteri olandese Caspar Veldkamp. “Questo è un giorno buio per la giustizia. Un giorno buio per l’umanità. Presa in malafede, l’oltraggiosa decisione della Corte penale internazionale ha trasformato la giustizia universale in uno zimbello universale. Si fa beffe del sacrificio di tutti coloro che lottano per la giustizia, dalla vittoria degli Alleati sui nazisti a oggi”. Lo ha scritto il presidente israeliano Isaac Herzog su X. La Cpi “ignora la situazione dei 101 ostaggi israeliani tenuti in brutale prigionia da Hamas a Gaza. Ignora l’uso cinico che Hamas fa del suo stesso popolo come scudo umano. Ignora che Israele è stato barbaramente attaccato”. Tre palestinesi di Hebron, in Cisgiordania, sono stati arrestati per aver formato una cellula con l’obiettivo di assassinare il ministro israeliano di estrema destra Itamar Ben-Gvir e il figlio. Lo rendono noto la polizia e lo Shin Bet (sicurezza interna). Secondo l’accusa, il principale sospettato, Ismail Ibrahim Awadi, aveva stabilito contatti con Hezbollah e Hamas per assicurarsi armi e assistenza. La cellula ha sorvegliato Ben Gvir e i suoi figli che vivono nell’insediamento di Kiryat Arba.Una delle opzioni era quella di assassinarlo sulla scena di un attacco terroristico.