Alcuni dei soldati sono stati investiti da schegge di vetro e pietrisco. La base, ha riferito il ministro Tajani, “dovrebbe essere stata raggiunta da due razzi lanciati da Hezbollah”, uno dei quali ha impattato contro l’esterno del bunker, la cui struttura non ha comunque ceduto. “Ancora una volta è inaccettabile quello che sta accadendo e così come abbiamo detto a Israele di prestare la massima attenzione, così diciamo con altrettanta fermezza a Hezbollah che i militari italiani non si possono toccare. Se pensano di continuare a fare danni alle basi italiane hanno sbagliato”. Il ministro della Difesa Crosetto: “Ho contattato il comandante del contingente, Stefano Messina, per sincerarmi delle condizioni dei quattro militari, che non destano preoccupazioni. Ho anche contattato la mia controparte libanese ribadendo che il contingente italiano di Unifil permane nel sud del Libano per offrire una finestra di opportunità alla pace e non può diventare ostaggio degli attacchi delle milizie”. Il ministro della Difesa ha commentato la sentenza della Corte penale internazionale de L’Aja che ha emesso un mandato d’arresto per Netanyahu e Gallant, accusati di crimini di guerra e contro l’umanità. “Io ritengo che la sentenza della Corte penale internazionale sia sbagliata” ma se Benjamin Netanyahu e Yoav Gallant “venissero in Italia dovremmo arrestarli perché noi rispettiamo il diritto internazionale”, ha dichiarato. Sul tema è intervenuto anche il premier Giorgia Meloni: “Approfondirò in questi giorni le motivazioni che hanno portato alla sentenza. Motivazioni che dovrebbero essere sempre oggettive e non di natura politica. Un punto resta fermo per questo governo: non ci può essere una equivalenza tra le responsabilità dello Stato di Israele e l’organizzazione terroristica Hamas”, ha affermato il presidente del Consiglio.