Migliaia di iscritti M5s hanno affollato il Palazzo dei Congressi di Roma dove è andato in scena “Nova”, la kermesse che chiude l’Assemblea Costituente del Movimento 5 Stelle. Il presidente Giuseppe Conte, dopo aver rivendicato l’operazione (“Abbiamo rovesciato la piramide, decide la base”), ha annunciato di aver “raggiunto il quorum, è la vittoria di chi ha deciso di decidere”. Il raggiungimento del quorum consente di validare le votazioni sui quesiti statutari. Tra questi ci sono quelli sul garante, sul simbolo, e sul limite dei mandati. In sala c’erano anche una ventina di contestatori che hanno gridato “trasparenza” e mettendo in discussione la democraticità della Costituente. Domenica pomeriggio avverrà la comunicazione dei risultati del voto. “Siete come il Pd, due mandati e a casa”, gridano i “Figli delle stelle”, il gruppo di iscritti protagonisti del flash mob. Il gruppo è arrivato a Roma per continuare la campagna per l’astensione, già in corso da settimane per sabotare il quorum e delegittimare l’intera Costituente. Beppe Grillo non è presente, ma compare sulle magliette che indossano i contestatori, accanto al volto di Gianroberto Casaleggio.
Tra chi protesta, c’è anche l’ex parlamentare del M5s Marco Bella. “Quale partito – ha attaccato – cancella 70mila iscritti per vincere una votazione interna? Questa non è democrazia”. “Non ci ha mandato Grillo, – ha spiegato uno dei contestatori – non siamo né per lui né per Conte”. Ma dal vertice del Movimento fanno sapere che “le contestazioni sono dei supporter di Grillo, ma non ci scomponiamo. In un luogo di confronto c’è chi è venuto solo per disturbare e poi andare via. Atteggiamento agli antipodi per chi si professa del M5s”. Ed è stato lo stesso Conte, nel suo intervento, a replicare all’invito all’astensione giunto dalle fila grilline. “Invitare a non votare o mettersi contro un processo di confronto è una contraddizione”, ha sottolineato attaccando l’astensionismo.
Insieme ai capigruppo, Patuanelli e Silvestri, all’Eur sono arrivati i big del Movimento. C’è Fico, che ribadisce il suo sì alle alleanze. Appendino, che ricorda il rischio di essere fagocitati dal Pd. Ci sono i vice Taverna e Ricciardi, e Crimi. È presente anche la governatrice della Sardegna Alessandra Todde. Mancano Toninelli e Raggi, entrambi vicini a Grillo.