Sul mandato di arresto nei confronti di Benjamin Netanyahu da parte della Cpi, la Corte penale internazionale, “la posizione del governo italiano è quella del presidente del Consiglio che il ministro degli Esteri condivide e ha dovere di attuare”. Lo ha affermato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, alla trasmissione “4 di sera weekend” su Rete4. Quanto alle opinioni di Matteo Salvini, “sono legittime come capo di partito ma la posizione del governo è quella mia e di Meloni”, ha aggiunto. E sul Libano: “Sosteniamo la proposta Usa per il cessate il fuoco”. Guerra in Ucraina, per il ministro degli Esteri “Putin conosce poco lo strumento della diplomazia”. “Mi auguro che si possa arrivare a un cessare il fuoco che chiuda questa stagione di guerra, almeno in Libano, le trattative sono in corso. Non so se l’Iran effettivamente vuole raggiungere il cessate il fuoco, ma bisogna fare di tutto perché si raggiunga questo obiettivo. Questo naturalmente metterebbe in maggior sicurezza i nostri militari che si muovono sotto le bandiere dell’Unifil, cioè delle Nazioni Unite”, ha spiegato Antonio Tajani. “Noi sosteniamo la posizione americana che punta veramente a trovare un accordo. Poi si lavorerà per trovare un cessate del fuoco a Gaza perché la situazione è veramente preoccupante in tutta quell’area”, ha aggiunto. “L’Unifil stava in mezzo tra israeliani ed Hezbollah proprio per impedire che ci fosse un peggioramento della situazione, che invece poi c’è stato. È chiaro che stando in mezzo rischiano di essere colpiti da una parte e dall’altra. Noi siamo stati espliciti – ha ricordato il ministro degli Esteri – con il governo israeliano che ci ha garantito il massimo impegno per impedire che i nostri militari vengano colpiti da parte israeliana. Con Hezbollah è impossibile parlare perché non è un’organizzazione statuale, è un’organizzazione di fatto terroristica, quindi è difficile poter contare su di loro, anche perché poi non hanno grandi capacità militari, non so se hanno voluto intimidire i nostri militari oppure se non sono capaci a utilizzare le armi che hanno, che sono armi fornite dall’Iran”. Tajani è tornato poi a parlare della sentenza della Cpi. “Noi vogliamo vedere le carte, cioè cercare di capire per quale motivo si è arrivati a questa decisione da parte della corte, che noi rispettiamo. Però dobbiamo tener conto che la corte deve svolgere soltanto un ruolo giuridico, non un ruolo politico e in questo momento serve grande prudenza, perché non credo che il mandato di arresto per Netanyahu e per l’ex ministro della Difesa Gallant sia un passaggio utile e che favorisca la pace e il cessate il fuoco. Semmai fa indispettire Israele e Netanyahu, che comunque non verrà mai arrestato perché non andrà in nessun Paese in questo momento essendoci la guerra in corso in Israele. Se andrà negli Usa non corre alcun rischio, perché gli Stati Uniti non riconoscono la Corte”. “Noi decideremo insieme ai nostri alleati il da farsi, tant’è che lunedì e martedì si svolgerà il G7 esteri ad Anagni e Fiuggi. Vedremo se si potrà arrivare a una posizione comune, quindi come Occidente decidere il da farsi. L’unica cosa che noi politicamente dobbiamo dire è che non si può assimilare il Presidente del Consiglio di un paese democratico, eletto dal popolo israeliano, a colui che ha organizzato l’attacco terroristico a Israele”. Tajani ha parlato anche della guerra in Ucraina. “Putin fa come gli antichi guerrieri che battevano la spada sullo scudo per intimorire l’avversario. I missili con i quali è stato fatto un esperimento l’altro giorno sono missili vecchi. Non c’è nessuna novità, sono missili ritoccati, usatiper cercare di spaventare l’avversario ucraino, per fare la voce grossa”.
Per il ministro degli Esteri “la Russia sta cercando di conquistare il maggior numero possibile di piccole città al confine nelle aree contese con gli ucraini, per cercare di arrivare poi con una posizione di forza al momento in cui ci sarà una trattativa. La stessa cosa hanno fatto gli ucraini occupando una parte di territorio russo. Però gli ucraini sono coloro che si difendono e l’aggressore è Putin. Fa minacce pericolose, questo è vero: lui è cresciuto – come ha scritto anche Angela Merkel nel suo libro pubblicato in questi giorni – con la cultura del Kgb. Pensa che tutto si risolva con la forza e con l’uso delle Forze Armate e conosce poco lo strumento della diplomazia, che è quello al quale siamo abituati noi come Paese democratico, come Occidente”. Tajani ha poi ricordato che “al vertice di Varsavia di qualche giorno fa dei cinque Paesi più importanti d’Europa – l’Italia, la Polonia, la Francia, la Germania, la Spagna, più il Regno Unito – abbiamo deciso di continuare a lavorare insieme per difendere il diritto internazionale e lavorare insieme agli Stati Uniti, anche con la nuova amministrazione, per cercare di trovare una soluzione. La pace che tutti quanti vogliamo, che non può che essere una pace giusta, cioè una pace che non significhi la resa dell’Ucraina di fronte l’aggressione russa”.