lunedì, Dicembre 2, 2024

Tommaso Foti giura da ministro: assume le deleghe di Raffaele Fitto

Il capogruppo alla Camera di FdI, Tommaso Foti, giurerà oggi alle 12.15 da ministro degli Affari europei assumendo tutte le deleghe che erano di Raffaele Fitto. Inizia giovanissimo l’attività politica, iscrivendosi a soli 16 anni nel Fronte della Gioventù (FdG), l’organizzazione giovanile del Movimento Sociale Italiano-Destra Nazionale (MSI-DN), in cui successivamente ha ricoperto l’incarico di segretario provinciale, di componente della Direzione nazionale, e nel 1983 di componente dell’Esecutivo Nazionale. Alle elezioni amministrative del 1980 viene eletto consigliere comunale di Piacenza per il Movimento Sociale Italiano, a soli 20 anni, venendo successivamente confermato in ogni consultazione, anche per Alleanza Nazionale, per altri sei mandati e rimanendo in carica fino al 2005. Alle elezioni regionali in Emilia-Romagna del 1985 è candidato per la provincia di Piacenza nelle liste del MSI, ma non è eletto nonostante le 3106 preferenze. Alle elezioni politiche del 1987 è candidato alla Camera dei Deputati nella circoscrizione Parma-Modena-Piacenza-Reggio nell’Emilia, ottenendo 4423 preferenze e risultando il primo dei non eletti del MSI. Alle elezioni politiche del 1992 è ricandidato nella medesima circoscrizione, ma di nuovo con 1577 preferenze è il primo dei non eletti. Nel 1995 aderisce alla svolta di Fiuggi di Gianfranco Fini che portò allo scioglimento del MSI-DN e la fondazione di Alleanza Nazionale. Alle elezioni regionali in Emilia-Romagna del 1995 è inserito nel listino del candidato presidente di centrodestra Gianfranco Morra, che tuttavia è sconfitto dallo sfidante di centro-sinistra Pier Luigi Bersani: non è eletto dunque consigliere. Eletto alla Camera dei deputati in occasione delle politiche del 1996 per il Polo per le Libertà (in quota Alleanza Nazionale) nel collegio di Piacenza, dove ottiene il 41,32% e supera di misura Gianfranco Pasquino dell’Ulivo (40,97%) e Giorgio Alessandrini della Lega Nord (17,71%), diventa membro del consiglio direttivo di AN alla Camera per la XIII Legislatura. Nel 1998 viene nominato anche vicesindaco di Piacenza con delega al Bilancio, all’Economato e alle Imposte e Tasse all’interno della giunta comunale di centro-destra guidata da Gianguido Guidotti. Ricopre la carica fino al 2001, quando deve dimettersi a causa dell’incompatibilità tra gli incarichi nazionali (cioè la Presidenza della Bicamerale) e gli incarichi amministrativi locali. Alle elezioni politiche del 2001 viene riconfermato alla Camera nel medesimo collegio per la Casa delle Libertà (in quota AN), ottenendo il 47,14% e superando Luigi Cavanna dell’Ulivo (45,13%), e diventa membro della Commissione Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici della Camera e Presidente della Commissione Bicamerale di Vigilanza sull’Anagrafe Tributaria per la XIV Legislatura. Alle elezioni provinciali del 2004 è candidato presidente della Provincia di Piacenza per la coalizione di centro-destra (sostenuto da FI, AN e UDC al primo turno e poi anche dalla Lega al ballottaggio): ottiene il 42,19% al primo turno e accede al ballottaggio, dove però con il 47,89% è sconfitto dal candidato dell’Ulivo Gian Luigi Boiardi (52,11%). Alle elezioni politiche del 2006 è confermato alla Camera (terzo nella lista di AN nella circoscrizione Emilia-Romagna), ricoprendo la carica di vicepresidente della Commissione Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici per la XV Legislatura. Alle elezioni politiche del 2008 viene riconfermato alla Camera (quinto nella lista del Popolo della Libertà per la circoscrizione Emilia-Romagna), ricoprendo la carica di Vicepresidente della Commissione Parlamentare per la semplificazione e di Presidente della Commissione parlamentare di Vigilanza sulla Cassa Depositi e Prestiti S.p.a. per la XV Legislatura. Alle elezioni provinciali del 2009 viene eletto consigliere della provincia di Piacenza per il PdL nel collegio Piacenza I, dove ottiene il 37,68% dei voti. Nella stessa tornata elettorale è eletto anche consigliere di Pianello Val Tidone per una lista civica. Nel 2011 si dimette da consigliere provinciale per candidarsi di nuovo al consiglio comunale di Piacenza, dove viene eletto alle elezioni comunali del 2012 nelle liste del Popolo della Libertà, di cui fino al dicembre 2012 è coordinatore provinciale. In dissenso verso il sostegno del PdL al governo Monti, a dicembre 2012 partecipa alla scissione del PdL guidata da Giorgia Meloni, Ignazio La Russa e Guido Crosetto che porta alla nascita di Fratelli d’Italia (FdI)[1], nelle cui file si è ricandidato alla Camera nella circoscrizione Emilia-Romagna alle elezioni politiche del 2013: tuttavia, a causa dei bassi risultati ottenuti dalla lista in Regione e della sconfitta a livello nazionale della coalizione di centro-destra, non è stato rieletto deputato, nonostante il sesto miglior risultato nazionale ottenuto a livello provinciale da FdI sia stato proprio a Piacenza. Alle elezioni politiche del 2018 è stato eletto alla Camera, vincendo il collegio uninominale Emilia-Romagna – 14 (Piacenza) per la coalizione di centrodestra in quota FdI, ottenendo il 47,39% e superando Filippo Ghigini del Movimento 5 Stelle (23,22%) e Patrizia Calza del centrosinistra (21,24%). Di conseguenza, si è dimesso dal Consiglio Regionale il 17 aprile 2018, a causa dell’incompatibilità tra l’incarico di consigliere regionale e quello di deputato, gli è perciò subentrato il 5 giugno 2018 il primo dei non eletti di FdI Giancarlo Tagliaferri. Alle elezioni politiche del 2022 viene ricandidato alla Camera nel collegio uninominale Emilia-Romagna – 01 (Piacenza) per la coalizione di centro-destra, oltreché come capolista nei collegi plurinominali Emilia-Romagna – 01 ed Emilia-Romagna – 03.[8] Viene eletto all’uninominale con il 52,53%, superando Beatrice Ghetti del centrosinistra (25,68%) e Carmine De Falco del Movimento 5 Stelle (8,24%)[9]. Diventa poi vicepresidente vicario del gruppo alla Camera. Dal 9 novembre 2022 ricopre la carica di Presidente del gruppo parlamentare di Fratelli d’Italia alla Camera, in sostituzione del deputato Francesco Lollobrigida, diventato ministro dell’agricoltura nel nuovo governo Meloni. Nel dicembre 2022 è stato primo firmatario della proposta di modifica della legge 157/1992 diretta ad ampliare la possibilità di cacciare fauna selvatica, consentendo uccisioni e le catture di animali selvatici, anche nelle città e nelle aree protette.

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