Continua il presidio dei lavoratori delle aziende di servizi davanti allo stabilimento di Piedimonte San Germano. Centocinquanta gli addetti a un passo dal licenziamento dopo che Stellantis ha confermato di non voler rinnovare gli appalti in scadenza a fine anno. La richiesta è sempre più forte: vogliamo lavorare. Intanto, dopo le dimissioni dell’amministratore delegato Tavares, si muovono le istituzioni. Il ministro delle imprese Adolfo Urso, a margine del question time, ha detto che il governo sta lavorando per incrementare il fondo automotive e raggiungere la cifra di 750 milioni di euro, superiore al precedente. Risorse, ha spiegato, che non serviranno per gli incentivi, ma andranno a sostegno delle imprese e dei loro investimenti produttivi. Urso chiede però a Stellantis di riaffermare la centralità dell’Italia nel piano industriale e dice di aspettarsi novità concrete nel tavolo convocato per il 17 dicembre, che sarà preceduto giovedì 12 da un incontro dei sindacati con il responsabile Europa della casa automobilistica Jean-Philippe Imparato, a guida della delegazione aziendale al tavolo con il Mimit. Le opposizioni continuano a insistere per l’audizione di John Elkann in Parlamento. Un ordine del giorno di Alleanza Verdi Sinistra che vincola i finanziamenti a Stellantis all’impegno a produrre in Italia è stato approvato alla Camera. Intanto i sindacati firmatari, Fim, Uilm, Fismic, Uglm e Aqcfr, hanno presentato all’azienda la piattaforma per il rinnovo della parte economica del contratto 2025-26, con la richiesta di un aumento pari a 185,83 euro mensili al terzo gruppo professionale e a 179,40 alla seconda area.