giovedì, Dicembre 26, 2024

Romania, la Corte costituzionale annulla le elezioni presidenziali per influenze russe

La Corte Costituzionale della Romania ha deciso all’unanimità di annullare le elezioni presidenziali. Lo si legge in una nota della Corte. L’intero processo elettorale per l’elezione del presidente rumeno dovrà essere ripetuto, con il governo incaricato di stabilire una nuova data. Le elezioni presidenziali si erano tenute al primo turno il 24 novembre con risultati che avevano rovesciato tutte le previsioni elettorali: il favorito in partenza, il primo ministro socialdemocratico Marcel Ciolacu era infatti giunto solo terzo, dopo il vincitore a sorpresa, il diplomatico sovranista di estrema destra filorussa Calin Georgescu e la liberale filoeuropea Elena Lasconi. A seguito di questi risultati c’erano state contestazioni da parte di due candidati di minoranza che avevano chiesto un riconteggio. Avvenuta la conta, la Corte Costituzionale aveva comunque validato il voto ma la Procura ora ha avviato due indagini per chiarire l’origine sospetta dei finanziamenti della campagna elettorale di Georgescu. Le ipotesi di reato sono tentata corruzione degli elettori e riciclaggio. Il 1 dicembre si sono tenute le elezioni legislative che hanno visto riaffermarsi il Partito Socialdemocratico al governo con un’avanzata clamorosa della estrema destra che ha superato il 30 %. Mercoledì 4 dicembre il Presidente Klaus Iohannis aveva dichiarato che la Russia ha condotto una vasta campagna per promuovere il vincitore Georgescu su piattaforme social come TikTok e Telegram. Questa domenica, 8 dicembre, era atteso il secondo turno delle presidenziali che avrebbe visto in campo lo stesso Georgescu e l’europeista Lasconi. Oggi la decisione della Corte costituzionale di annullare l’intero processo elettorale del primo turno per ripetere le elezioni assicurandone la legalità e la correttezza. Immediate le reazioni degli altri candidati. Elena Lasconi, del partito Save Romania Union, e candidata che avrebbe dovuto partecipare domenica al ballottaggio delle elezioni presidenziali contro Calin Georgescu, ha condannato con forza la decisione della Corte costituzionale romena di annullare il voto, affermando che è “illegale, immorale e che schiaccia l’essenza stessa della democrazia”. “Avremmo dovuto andare avanti con il voto”, ha detto, “avremmo dovuto rispettare la volontà del popolo rumeno. Che ci piaccia o no, da un punto di vista legale e legittimo, 9 milioni di cittadini rumeni, sia nel Paese che nella diaspora, hanno espresso la loro preferenza per un determinato candidato attraverso il loro voto. Non possiamo ignorare la loro volontà!”. “So che avrei vinto”, ha aggiunto, “e vincerò perché il popolo rumeno sa che combatterò per lui, che lo unirò per una Romania migliore. Difenderò la nostra democrazia. Non mi arrenderò”. Il leader del principale partito di estrema destra George Simion denuncia come “colpo di stato in piena regola” l’annullamento dell’intero processo elettorale per le elezioni presidenziali da parte della Corte costituzionale. “Ma non scenderemo in piazza. Il sistema deva cadere in modo democratico”, afferma. Simion è il presidente del partito dell’Alleanza per l’unione dei romeni, che ha vinto il 18 per cento dei voti alle elezioni legislative di domenica scorsa, secondo partito dopo i socialdemocratici. Il candidato indipendente ma con posizioni di estrema destra Calin Georgescu che ha vinto a sorpresa il primo turno delle elezioni presidenziali faceva parte dell’Alleanza. Simion, che era il candidato favorito dell’estrema destra, era invece arrivato solo quarto al primo turno delle presidenziali, dopo l’ex compagno di partito Georgescu, Elena Lasconi e il Premier uscente Marcel Ciolanu. Il leader del partito socialdemocratico, il premier Marcel Ciolanu, grande sconfitto al primo turno delle elezioni presidenziali lo scorso 24 novembre, in cui è arrivato solo terzo dopo Calin Georgescu ed Elena Lasconi, ha definito la decisione di annullare l’intero processo elettorale come “unica soluzione positiva dopo la declassificazione” dei documenti di intelligence su interferenze straniere nel voto, documenti che indicano, ha precisato, un risultato “falsificato dall’intervento della Russia”.

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