Il presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol ha offerto le sue scuse per la legge marziale dichiarata e poi ritirata a causa del voto contrario del Parlamento. “Non si ripeterà più”, ha detto in un messaggio televisivo alla nazione tornando in pubblico per la prima volta dal caos innescato martedì sera. “Non mi sottrarrò alla responsabilità legale e politica sulla dichiarazione di legge marziale”, motivata “a causa della disperazione come presidente”. Rinnovando le scuse “per la confusione causata”, Yoon ha aggiunto che lascerà “che sia il suo partito (il People Power Party) a stabilizzare la situazione politica in futuro, incluso il mio mandato”. Le dimissioni del presidente sudcoreano sono “inevitabili”, ha commentato Han Dong-hoon, leader del People Power Party al governo, per il quale “il normale svolgimento dei doveri del presidente è impossibile nelle attuali circostanze, e le dimissioni anticipate del presidente sono inevitabili”. Il partito conservatore è diviso sulla questione, con parte dei 108 deputati che hanno mantenuto la linea ufficiale di opposizione all’impeachment proposto dalle opposizioni. Nel pomeriggio il Parlamento voterà l’impeachment di Yoon su iniziativa delle opposizioni. Prima dell’assemblea, il presidente pronuncerà un altro discorso alla nazione. Venerdì il Capo dello Stato ha incontrato la dirigenza del Partito del Potere Popolare per discutere le misure volte ad affrontare le conseguenze della breve dichiarazione di legge marziale.
Cosa succederà ora in Corea del Sud Il blocco dell’opposizione controlla 192 sui 300 seggi del Parlamento. Per il via libera alla mozione deve pescare otto voti dissidenti tra i 108 del People Power Party, per raggiungere il quorum a quota 200. Se approvata, la mozione sospenderebbe Yoon e affiderebbe l’esame della vicenda alla Corte costituzionale che avrebbe sei mesi per decidere sulla fondatezza delle accuse. La polizia, nel frattempo, ha avviato un’indagine su Yoon e su altri funzionari per insurrezione. Venerdì sera, almeno 15mila manifestanti hanno sfidato il freddo per radunarsi nel distretto di Yeouido a Seul, dove si trova il Parlamento, per chiedere a gran voce le dimissioni di tutta la squadra di governo. Alcuni hanno speso addirittura tutta la notte a dispetto delle temperature gelide, mentre i parlamentari dell’opposizione sono rimasti nell’edificio istituzionale sui timori di un colpo di coda di Yoon. Un sondaggio diffuso venerdì ha stimato il sostegno popolare al presidente al minimo storico del 13%.