Dopo lo sconvolgimento portato dall’offensiva ribelle e dalla caduta del regime di Assad, il ministro Matteo Piantedosi riferisce che “il livello di allerta è massimo proprio perché non c’è uno scenario già definibile” e che “l’intelligence italiana è al lavoro”. Sarà Muhammad Bashir, e non l’esiliato ex premier siriano Riad Hijab o l’attuale primo ministro Muhammad Jalali, il capo del governo di transizione a Damasco. Bashir è il premier del “governo di salvezza”, che da anni amministra nel nord-ovest siriano le aree sotto controllo di Hayat Tahrir ash Sham (Hts), il gruppo guidato da Abu Muhammad Jolani (Ahmad Sharaa). Il gruppo estremista annuncia che non imporrà il velo alle donne, né limiterà la loro libertà. Joe Biden assicura: “Non permetteremo che l’Isis si ristabilisca in Siria”. Israele “ha distrutto i principali siti militari in Siria” lanciando circa 250 attacchi dalla caduta del presidente Bashar al-Assad: lo riporta l’Osservatorio siriano per i diritti umani. Secondo la Ong, che ha sede nel Regno Unito e si avvale di una vasta rete di fonti in tutta la Siria, Israele ha bombardato aeroporti, radar, depositi di armi e munizioni e centri di ricerca militare, e ha danneggiato le navi della Marina siriana attaccando un’unità di difesa aerea vicino al grande porto di Latakia, nel nord-ovest del Paese. Il segretario di Stato americano Antony Blinken ha esortato i ribelli che hanno rovesciato il regime di Assad in Siria a “costruire verso una governance inclusiva”. Gli Stati Uniti, ha spiegato, hanno “interessi chiari e duraturi in Siria”, come combattere l’Isis, che “cercherà di usare questo periodo per ristabilire le sue capacità, per creare rifugi sicuri. Come dimostrano i nostri attacchi di precisione nel fine settimana, siamo determinati a non permettere che ciò accada”.