sabato, Dicembre 14, 2024

Agenzia Entrate, Ernesto Ruffini: “Lascio il mio incarico ma non scendo in campo”

Ernesto Maria Ruffini, direttore dell’Agenzia delle Entrate, lascia il suo incarico. Lo ha annunciato in una intervista al Corriere della Sera e, rispondendo alla domanda su cosa lo renda più orgoglioso di questi anni passati alla guida dell’ente, dice: “Il calo dell’evasione. A volte sembra quasi che contrastare gli evasori sia una colpa e ci si preoccupi più di questo che degli ospedali che chiudono, delle scuole che non hanno fonti o della carenza di servizi perché le risorse sono insufficienti”. E chiarisce che, “se tutti contribuissimo” in maniera proporzionata alla nostra “condizione economica, pagheremmo meno e avremmo servizi migliori”. Precisa poi che “l’evasione è scesa di circa il 30 per cento” e dice di essere soddisfatto “parallelamente dei record di recupero che abbiamo stabilito, fino a superare i 31 miliardi incassati in un solo anno”. “Non scendo in campo – dice circa l’ipotesi di un ruolo di ‘federatore’ dell’area centrista dell’opposizione – ma rivendico il diritto di parlare. Ho letto che parlare di bene comune sarebbe una scelta di campo. E che dunque dovrei tacere oppure lasciare l’incarico. È stata fatta persino una descrizione caricaturale del ruolo di Direttore dell’Agenzia, come se combattere l’evasione fosse una scelta di parte e addirittura qualcosa di cui vergognarsi”.
“Chiacchiericcio e politica” “Non condivido – dice ancora Ruffini – il chiacchiericcio che scambia la politica per un gioco di società, le idee per etichette e il senso civico per una scalata di potere”. Si è dimesso, spiega, “perché è l’unico modo per rimanere me stesso. Io federatore? Fatico a pensare che per cambiare le cose bastino i singoli. Per natura tendo più a credere nella forza delle persone che collaborano per un progetto comune. Affidarsi a sedicenti salvatori della Patria non è un buon affare”. “Sono un avvocato – prosegue Ruffini – che da tanti anni scrive e partecipa a incontri pubblici su ciò che ci unisce, come la Costituzione e l’uguaglianza. La mia unica bussola in questi anni è stata il rispetto per le leggi e per il mandato che mi è stato affidato, perché il senso più profondo dello Stato è questo: essere al di sopra delle parti, servire il bene comune. Quello che è accaduto in questi giorni intorno al mio nome descrive un contesto cambiato rispetto a quando ho assunto questo incarico e anche rispetto a quando ho accettato di rimanere. Ne traggo le conseguenze”.
“Pubblici funzionari additati come estorsori” “Non mi era mai capitato di vedere pubblici funzionari essere additati come estorsori di un pizzo di Stato. Oppure di sentir dire che l’Agenzia delle Entrate tiene in ostaggio le famiglie, come fosse un sequestratore. Ho taciuto sinora, per senso dello Stato. Attenzione però: se il fisco in sé è demonizzato, si colpisce il cuore dello Stato; tanto più che il livello della tassazione lo decide il legislatore, non l’Agenzia. Personalmente ho sempre pensato che a danneggiare i cittadini onesti siano gli evasori”, conclude.
La Lega: “Buon lavoro a Ruffini ma lontano dalle tasche degli italiani” “La lotta all’evasione fiscale è giusta e non a caso negli ultimi anni sono state recuperate cifre record (nel 2023, 24,7 miliardi: 4,5 miliardi in più rispetto al 2022), ma un conto è contrastare chi non vuole pagare le tasse e un altro è vessare, intimidire e minacciare i contribuenti che hanno rispettato le regole con le oltre 3 milioni di lettere inviate sotto Natale. A Ruffini auguriamo le migliori fortune, ma ben lontano dai portafogli degli italiani”. Così una nota della Lega.
Osnato (FdI): “Ruffini si contraddice, risultati grazie al governo” “Gli auguriamo buona fortuna per le sue evoluzioni future. Dall’intervista che abbiamo letto stamattina riteniamo ci sia un po’ di contraddizione”. Lo ha affermato Marco Osnato (FdI), presidente della commissione Finanze della Camera e responsabile economico del partito, spiegando che Ruffini “prima evidenzia un certo malcelato disagio rispetto al fatto che doveva lavorare con un governo e una maggioranza che parlava di ‘pizzo di Stato’ e non era magari così attenta al tema dell’equità fiscale, poi dice che in questi anni ha avuto il massimo dei risultati dalla lotta l’evasione, dal rientro dell’evasione precedente. Quindi evidentemente, forse, nei fatti questo governo era molto più affine a questo pensiero di quanto lui credesse”.

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