sabato, Dicembre 14, 2024

Fontana di Piazza Santa Maria Maggiore, concluso restauro

È stata riaperta oggi la fontana di piazza di Santa Maria Maggiore, alla presenza del sindaco Roberto Gualtieri, dell’assessore Massimiliano Smeriglio e del sovrintendente capitolino Claudio Parisi Presicce. Una delle tappe fondamentali dei percorsi giubilari è ora pronta ad accogliere romani e pellegrini nella propria veste monumentale rinnovata. Il restauro della fontana si è concluso con alcuni giorni di anticipo e segue i lavori sulla fontana lateranense già completati lo scorso settembre, entrambi parte dello stesso intervento PNRR – Caput Mundi curato dalla Sovrintendenza Capitolina. Tornano così al loro splendore originario due fontane storiche di Roma, parte integrante di contesti urbani di notevole rilevanza monumentale e storico-artistica, legate entrambe al nome di papa Paolo V (1605-1621) sotto il cui pontificato vennero completate. Le fontane, alimentate dall’Acquedotto Felice, sono idealmente congiunte dall’asse di via Merulana che collega la Basilica lateranense alla Basilica di Santa Maria Maggiore. I lavori si sono resi necessari a causa dello stato di degrado in cui si trovavano le fontane, esposte all’azione degli agenti atmosferici e caratterizzate dalla presenza diffusa di incrostazioni calcaree, parti decoese e patine biologiche. Sono stati quindi effettuati interventi di disinfezione e pulitura meccanica e chimica, consolidamento, revisione delle stuccature e applicazione del protettivo finale. È stato inoltre realizzato il rifacimento dell’impermeabilizzazione delle vasche, la manutenzione delle aree di rispetto e, nel caso della fontana di Piazza di Santa Maria Maggiore, la revisione dell’impianto di illuminazione. L’intervento sulla fontana, della durata di 7 mesi (27 maggio – 12 dicembre) e per un costo complessivo di 170.000€, è stato realizzato in collaborazione con il Dipartimento Infrastrutture e Lavori Pubblici, Acea Ato 2 e Areti SpA. Fontana di Piazza di Santa Maria Maggiore

Nel 1614 Paolo V affida all’architetto Carlo Maderno la realizzazione della fontana monumentale che doveva affiancare la colonna mariana appena inaugurata, nell’ambito della campagna di lavori di sistemazione della basilica Liberiana. Interamente in travertino, la fontana si presenta oggi con una grande vasca polilobata con i lati brevi arrotondati, il bordo ampio e stondato all’interno della quale è posizionato un catino su balaustro a base ottagonale. Sui lati lunghi, rettilinei, trovano posto due vaschette semicircolari che, sostenute da mascheroni, ricevono acqua dal becco di due piccole aquile a rilievo, ognuna della quali è racchiusa in un prospetto a volute. All’interno della vasca erano, in origine, collocati sui lati brevi due grandi draghi alati dalle cui bocche zampillava l’acqua, rimossi alla fine del XVIII secolo. Alla metà del Settecento, in occasione dei lavori per la sistemazione della piazza e la costruzione della nuova facciata della basilica, si rese necessario inserire un basamento a gradini per raccordare il dislivello del terreno venutosi a creare. A partire dalla metà dell’Ottocento il grave stato conservativo della fontana richiese diversi interventi, che si ripeterono a più riprese tra la fine del secolo e lungo il secolo successivo. Gli ultimi interventi di restauro datano al 1975-1977 e, più di recente, al 1994-1995, quando fu recuperata la settecentesca gradinata e collocati i nuovi colonnotti dell’area di rispetto. Il progetto di una fontana in piazza di San Giovanni in Laterano risale agli anni del pontificato di Sisto V Peretti (1585 – 1590), in connessione agli interventi urbanistici di sistemazione della piazza con la collocazione nel 1588 dell’obelisco egizio rinvenuto nel Circo Massimo. La costruzione si deve, invece, all’iniziativa del Capitolo Lateranense a seguito della donazione da parte di papa Clemente VIII Aldobrandini (1592-1605) nel 1596 di otto once di acqua dell’Acquedotto Felice, ed è generalmente attribuita all’architetto Domenico Fontana. Collocata su una platea a tre scalini, presenta una vasca semiellittica addossata a un alto basamento. Il motivo decorativo a stelle e bande contromerlate rimanda all’emblema araldico di Clemente VIII, mentre i draghi alati e le aquile richiamano il casato di Paolo V Borghese. Il gioco d’acqua era realizzato attraverso i getti che sgorgavano dal becco dell’aquila e dalle fauci dei draghi e si raccoglievano nel catino superiore, e dai getti scaturiti dai delfini che alimentavano la vasca inferiore. Ridotta in pessime condizioni in epoca moderna, nel 1907-1908 fu oggetto di un primo restauro che ricostruì la decorazione plastica non più recuperabile. Ulteriori interventi si registrano nel 1979-1980 (in concomitanza con il restauro dell’obelisco curato dalla Soprintendenza di Stato), e tra il 1999 e il 2000, a cura della Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali.

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