Francesco Romanelli non c’è più. Il “comandate” è morto. Permettetemi un ricordo personale. Romanelli era e rimarrà un’istituzione per Fiumicino. L’ha vista crescere, prima all’interno del Corpo di polizia municipale, poi – sempre con la divisa – come referente all’interno dell’Aeroporto Leonardo Da Vinci, ruolo che ha mantenuto anche dopo il pensionamento. E’ stata una figura cardine per la comunità di Fiumicino, dedicando oltre quattro decenni al servizio pubblico. Entrato nel Corpo dei Vigili Urbani nel 1977, ha poi assunto – come detto – un ruolo cruciale presso l’aeroporto Leonardo da Vinci, dove ha operato come vicecomandante della Polizia Municipale, gestendo la sicurezza e le relazioni istituzionali all’interno dello scalo fino ad oggi. Come giornalista l’ho frequentato per oltre 20 anni, e si era creato un rapporto di stima e amicizia. Un uomo schietto, sensibile, sempre pronto a dare una mano. Una sorta di eminenza grigia dell’aeroporto, estremamente potente eppure altrettanto umile. Poteva arrivare dove voleva, ma lo faceva sempre per gli altri, e in silenzio, col sorriso sulle labbra. Non mostrando mai quanto fosse difficile aver costruito negli anni rapporti umani che rendevano qualsiasi porta evanescente. Mancherà il suo sorriso, e certamente la sua disponibilità. Era, come si usa dire, un uomo “di una volta”. La sua capacità di risolvere problemi con prontezza e il suo sorriso rassicurante resteranno impressi nella memoria di chi ha avuto il privilegio di conoscerlo. La sua eredità di servizio e dedizione continuerà a ispirare le future generazioni di operatori della sicurezza e cittadini.