mercoledì, Dicembre 18, 2024

Francia, Sarkozy condannato a tre anni: uno con il braccialetto elettronico

L’ex presidente francese Nicolas Sarkozy è stato condannato per corruzione di magistrato e traffico di influenze a tre anni di carcere, di cui uno senza condizionale e con il beneficio del braccialetto elettronico. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso dei legali dell’ex numero uno dell’Eliseo contro la condanna definitiva in appello. Quella di Sarkozy, oggi 69enne, è una condanna senza precedenti per un ex Capo dello Stato francese. Tra un mese dovrebbe essere applicata per l’ex presidente la pena di un anno di limitazione della libertà con la predisposizione del braccialetto elettronico. In realtà, proprio tra un mese Sarkozy compirà 70 anni e potrà quindi chiedere di non scontare l’anno di braccialetto elettronico.
Il “patto di corruzione” con un alto magistrato L’ex presidente è stato riconosciuto colpevole di aver allacciato nel 2014, insieme con il suo avvocato storico, Thierry Herzog, un “patto di corruzione” con Gilbert Azibert, alto magistrato alla Corte di Cassazione, perché questi gli comunicasse informazioni e tentasse di influenzare i magistrati su un ricorso di Sarkozy in un’altra vicenda, quella del caso Bettencourt. Per l’operazione era stato utilizzato un telefono cellulare intestato a Paul Bismuth, ex compagno dell’avvocato Herzog: proprio quel nome era stato usato dall’ex presidente per parlare con Azibert.
Gli imputati: nessun traffico di influenze In cambio al giudice era stata promessa “una mano” per un posto onorario nel Principato di Monaco. I tre imputati hanno sempre negato gli illeciti, ricordando che il traffico di influenze non si è verificato poiché il magistrato non ha mai ottenuto la protezione desiderata. A far emergere il caso erano stati gli inquirenti che, dieci anni fa, stavano indagando sui presunti finanziamenti libici alla campagna presidenziale nel 2007.
Ricorso alla Corte Ue per violazione della libertà I legali di Sarkozy hanno comunque annunciato che l’ex presidente “si conforma logicamente” alla condanna definitiva, ma hanno anche comunicato che presenteranno un ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo. Tale ricorso, spiega l’avvocato Patrice Spinosi, “si spiega con il fatto che la giurisprudenza della Corte stessa è contraria a quanto stabilito dalla Cassazione francese, che ha respinto il ricorso di Sarkozy. E’ la prima volta in Francia che si condanna una persona solo sulla base di comunicazioni telefoniche con il suo avvocato, intercettato. Le intercettazioni tra un avvocato e un suo cliente non possono essere usato contro il cliente stesso, è una regola che fa parte delle libertà fondamentali e che giustifica il nostro ricorso”.

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