Il gip di Roma Giulia Arcieri ha respinto la richiesta di archiviazione formulata dalla procura sul delitto di via Poma, dove, nell’agosto del 1990, venne uccisa Simonetta Cesaroni. Ad anticipare il provvedimento del giudice è il quotidiano La Repubblica.
Il procedimento, con l’ipotesi di reato di omicidio volontario, era stato avviato nel marzo del 2022, dopo un esposto presentato dai familiari della vittima e in cui si chiedeva di verificare alcuni alibi di soggetti già coinvolti nelle indagini precedenti.
Il giudice, nel respingere la richiesta dei pm di Roma, chiede loro di ascoltare alcuni testimoni, tra cui persone che, all’epoca, si erano occupate delle indagini, e i colleghi e i datori di lavoro della vittima per spiegare ancora una volta le incongruenze su alibi e dichiarazioni rese in passato. La nuova inchiesta parte da un esposto dell’avvocato Claudio Strata che, secondo alcune indiscrezioni raccolte in Procura, avrebbe avuto una segnalazione da un generale del Sisde in pensione. Un altro ex 007, Sergio Costa, sarà sentito dai pm, così come l’ex questore Carmine Belfiore. “Sono contento che la procura stia indagando sulla pista segnalata dal mio legale – dichiara a LaPresse Mario Vanacore, il figlio del portiere dello stabile in cui Simonetta è stata uccisa il 7 agosto 1990 con 29 colpi di tagliacarte -. Il risultato dell’indagine difensiva svolta dal mio legale è stata presentata in Procura con un esposto mesi fa, che porta ai servizi e al nome di Sergio Costa”.